La verità

L'impianto narrativo è simile a quello del libro precedente della stessa autrice. Partenza lenta, ma quando si ingrana non si riesce a smettere di leggere. Un uomo scomparso sette anni prima ritorna, ma la moglie lo rifiuta perchè non pensa sia lui. Inizia una lotta a due, tra moglie e marito. Con lei che cerca di capire chi sia e cosa voglia quell'uomo sconosciuto e lui che cerca una vendetta, ma per che cosa? Un thriller psicologico ben congeniato fino al colpo di scena finale decisamente inaspettato. Da lì purtroppo è tutto un calando. Fino a quel momento avevo seguito l'autrice lungo il suo sottile filo narrativo, ma a quel punto no. Diventa poco credibile. Nel libro precedente era tutto plausibile. In questo invece la verità non aiuta la storia. E neanche il lunghissimo finale.

L'inizio prende poi man mano che si procede la storia si sgonfia, fino al ploff finale. Mi pare un libro sopravalutato, la storia è fragile, pretestuosa, è lui o non è lui ? E' più piccolo ? ha le fossette o non le ha ? L'ho voluto finire solo per vedere come l'Autrice se la sarebbe cavata dopo tutta la carne che aveva messo al fuoco. Deludente.

Un'altra eccellente prova della giovane Melanie Raabe, dopo "La trappola". Chi è lo sconosciuto che prende il posto di Philipp? Cosa vuole? Quale è la verità? Magnifico thriller psicologico, ricco di suspense e colpi di scena, spiazzante e sorprendente. Mi ha tenuta sulle spine dalla prima all'ultima pagina.