La storia la conosciamo: l'incidente mortale di Ted Kennedy, in cui è morta la sua giovane segretaria di 26 anni. Da questo fatto di cronaca, la Oates ha generato un romanzo intenso, crudo, con una storia che si snocciola negli ultimi istanti di vita della ragazza, attraverso ricordi, paure, allucinazioni, passato, presente e futuro, "mentre l'acqua nera le riempiva i polmoni, e lei moriva". Una scrittura particolare e accattivante: capitoli brevi, un perfetto mix di frasi brevissime e lunghi flussi di pensiero. Imperdibile.
Acqua nera
Un'auto sfreccia a tutta velocità nella notte, diretta verso un molo; una macchia d'ombra circondata da un buio ancora più nero. Il mondo avanza, accelera, romba nello specchietto retrovisore. Poi, d'improvviso, una curva, le ruote perdono aderenza, un burrone si spalanca vorace a inghiottire il veicolo, la superficie del lago esplode nell'impatto. Ora il mondo è sparito e l'oscurità è entrata dentro la macchina. L'acqua ha sfondato il parabrezza, invaso l'abitacolo, riempito i polmoni dei due atterriti passeggeri: un Senatore degli Stati Uniti ed Elizabeth Kelleher, sua ammiratrice ventiseienne. Ora il mondo è pece e, mentre la morte si avvicina, Elizabeth prova a ricostruire gli eventi che l'hanno portata lì, a finire così; a chiedersi perché e rispondersi «non so». In "Acqua nera" Joyce Carol Oates trasforma lo scandaloso caso di cronaca nera del '69 che coinvolse Ted Kennedy - di ritorno da una festa sull'isola di Chappaquiddick perse il controllo della macchina e la sua assistente morì annegata in un lago - in un'inquietante allegoria romanzesca del potere e della politica, raccontandone la ferocia attraverso la parabola tragica di una ragazza idealista costretta a scontrarsi con una realtà ben più cupa dei suoi desideri. Quella di Elizabeth è una storia di ambizione e disincanto, una discesa nel profondo dell'anima umana che, dalle aule dei campus universitari gonfie di entusiasmo, la conduce alle feste dei comitati elettorali sulla East Coast, a un arrivismo spregiudicato appena coperto da un velo di lustrini, fino al crudele epilogo. Joyce Carol Oates modella un'opera ipnotica e angosciante. Un gorgo di pensieri, ricordi ed emozioni nel quale affonda, insieme al lettore, il relitto della morale novecentesca.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Anno edizione:2012
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Alessia Gronda 15 maggio 2018
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Il libro racconta l’incidente e la morte di Kelly Kelleher, una giovane donna in macchina con un senatore appena conosciuto ad una festa. Il senatore, che aveva bevuto molto, perde il controllo della macchina e cadono in acqua. Lui riesce a salvarsi, ma lei annega perché intrappolata nell’auto. In modo angosciante e lucido, vengono descritti i momenti di agonia della giovane che prima spera disperatamente che lui riesca a salvarla (si aggrappa ai suoi pantaloni ma lui, per salvarsi, scalcia colpendola). Poi spera che si tuffi per liberarla mentre lentamente l’acqua nera e fangosa sale fino a soffocarle i polmoni. Si rivivono inoltre il momento dl loro incontro poche ore prima a una festa, l’emozione per la giovane di conoscere il senatore di cui aveva parlato nella sua tesi, i ricordi di bambina, le speranze e le aspettative, una delusione d’amore, le amicizie e infine la speranza di fare carriera grazie all’interesse che ha suscitato in quest’uomo. Ma noi sappiamo che non si salverà e l’angoscia è quasi palpabile anche perché l’autrice non cade mai nel vittimismo o nella descrizione di panico e isteria. La storia naturalmente ricorda quanto è successo a Ted Kennedy e alla sua segretaria, anche se nomi, date e luoghi sono stati cambiati.
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Trama interessante..scappatella di Ted Kennedy con una giornalista democratica ma finita molto male...Prosa mediocre..il libro scivola via senza lasciare nulla...magari ad un altro lettore potrà anche piacere molto..