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“L’addio” ripresenta le sbrodolature presenti né “Gli incendiati” e in “Fiaba d’amore”, con qualcosa di più bello e qualcosa di più brutto. Il brutto diciamolo subito: i dialoghini stretti stretti e giustificati da un presunto understandment tra D’Arco e qualche vivo e qualche morto sono roba da vecchissima scuola, mooolto adolescenziali, tecnicamente insopportabili, patetici senza scusanti. Il bello è il canto dei bambini morti.“Perché non si espia solo il male che si è inflitto, si espia anche il male che si è subito.” La scrittura di Moresco ha imparato la velocità che proviene da una semplicità apparente ma lo snellimento sintattico non implica un impoverimento semantico, anzi: la capacità di Moresco di descrivere masse in movimento e masse immobili, masse in corsa e masse in attesa, è ineguagliato.
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