Al di là delle parole. Che cosa provano e pensano gli animali

Al di là delle parole va veramente oltre. Attraverso una narrazione coinvolgente immerge il lettore in un’avventura scientificamente rigorosa e tuttavia empatica, emozionante, tanto che con quelle persone elefantine, lupine e orchesche ti ci identifichi, le riconosci e alla fine le comprendi... e comprendi anche che tutto il mondo e tutti i suoi abitanti, nonché tutti gli equilibri che lo governano, sono qualcosa di molto più grande di ciò che normalmente si sbircia attraverso la stretta fessura della percezione umana.

Magnifico libro. L’autore, biologo americano e gran narratore, attraverso il racconto di numerosissime storie riguardanti in particolare gli elefanti africani, i lupi del parco nazionale dello Yellowstone e le orche, ma non solo, riporta i risultati delle ricerche effettuate negli ultimi decenni riguardo alla capacità di pensare degli animali che non appartengono alla nostra specie (e sottolineo queste ultime parole). È un campo questo che mi appassiona moltissimo. Il problema però è sempre lo stesso: noi siamo una specie pensante, ma restiamo prigionieri del nostro cervello, cioè possiamo pensare solo quello che il nostro cervello è in grado di pensare, e quello che sta “al di là” è di conseguenza impensabile. Compresi perciò i cervelli delle altre specie. Però qualcosa possiamo capire visto che, al di là delle dimensioni e della complessità, i cervelli sono sostanzialmente simili. E questo, contrariamente a ciò che affermano i biologi comportamentalisti, ci permette di comprendere almeno un po’ il “pensiero” di alcune specie animali. E la stessa cosa vale per loro nei nostri confronti.