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Anno edizione: 2011
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Conoscendo bene (come scrittore) Lemaitre (che ho letto anche in francese), devo dire che Alex non mi ha convinto appieno; lo trovo inferiore tra i thriller che ha scritto non solo a Cadres noirs (Lavoro a mano armata: folgorante, se non altro per l'originalità della trama e l'approfondimento dei personaggi, come voto un "cinque stelle" strameritato) ma anche a Robe de marié (L'abito da sposo: meglio riuscito come caratterizzazione dei protagonisti). Intendiamoci, Lemaitre è sempre bravissimo a scrivere (non a caso ha vinto il premio Goncourt nel 2013 con Au revoir là-haut, molto bello anche se forse pienamente apprezzabile solo dagli appassionati di storia o di feuilleton) e non mancano i colpi di scena - i fans del genere non rimarranno certo delusi - ma troppe situazioni mi sembrano eccessive, ai limiti del grottesco (specie il finale), il profilo psicologico dei soggetti non è a livello di altri suoi libri e poi ha ragione il lettore Mario, l'ennesima storia su un serial-killer finisce con stancare: tanto vale leggersi allora i vecchi ma sempre validi Shane e Thompson. Gli dò tre stelle giusto per la stima.
Sono d'accordo con la precedente recensione: lasciamo perdere il riassunto scritto sul retro del libro, non rispecchia minimamente la trama. Oppure, viceversa, lasciamoci sorprendere dall'inganno che ha inizio già con la trama stessa... La storia vede alternato il racconto di Alex e quello dell’indagine portata avanti da Verhoeven: l’autore lascia emergere qualcosa, lo richiama più avanti, si parte pensando ad Alex come alla classica persona scomparsa e si prosegue non sapendo più cosa pensare di lei. Senza dubbio non ho mai letto un libro come questo: mi riferisco alla capacità dell’autore di far mutar forma ai personaggi che invece, solitamente, nei libri si inquadrano fin dall’inizio della storia o comunque che si sviluppano in parallelo con le vicende stesse. Molto buona la scrittura, buone l’idea e la realizzazione. Notevole anche, durante la storia, la costruzione del puzzle che ti porta fino al termine del libro con tutti i pezzi al loro posto. Unica pecca: mediocre invece la “semplicità” di alcune deduzioni dell’ispettore che, seppur brillante, è comunque un essere umano… Nel complesso veramente un buon libro, lo consiglio sicuramente.
leggendo le poche righe sul retro del libro e osservando la copertina, non si capisce per nulla la trama graffiante e crudele di "Alex".nulla è scontato, niente è prevedibile nella prima parte del libro colma di violenza,cattiveria, brutalità.il lettore non può che continuare a chiedersi:chi è Alex?perchè le sta accadendo tutto questo? una ben dosata suspence tiene il lettore con il fiato sospeso e con l'infittirsi delle pagine diventa più serrata, conducendoci all'ultima parte, quella più razionale e esplicativa di tutto il dramma dove il vero protagonsita è il commissario camille verhoeven.è un libro interessante,sicuramente da leggere!!!
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