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Anno edizione: 2018
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Già mi aveva conquistata con la saga dei Cazalet e con questo romanzo non ha fatto che confermare la mia positiva opinione su di lei. Le dinamiche familiari, i fantasmi del passato e le sorprese del presente. La Howard sa raccontare le vite altrui con estrema sensibilità. Io la adoro.
Se il nome Elizabeth Jane Howard non vi è nuovo ma non riuscite a focalizzarlo, sappiate che questa scrittrice è l’autrice della saga dei Cazalet, diventata di successo in Italia l’estate scorsa. All’ombra di Julius ha lo stile inconfondibile della Howard ma il mio primo pensiero, formatosi già durante la lettura, è stato che fosse un’opera immatura rispetto alla saga dei Cazalet. Ho controllato la data della prima pubblicazione ed effettivamente quest’opera è stata scritta 25 anni prima de Gli anni della leggerezza, primo volume dei Cazalet. Come ho detto qualche riga più su, il suo stile è inconfondibile. Ne All’ombra di Julius si nota già quello che sarà imprenscindibile nella saga dei Cazalet: le ottime descrizioni degli ambienti, i personaggi ben caratterizzati, i dialoghi accattivanti, gli intrecci, i pensieri, la vita in campagna e la vita nella grande città, Londra. I punti in comune sono veramente moltissimi. La casa in campagna nel Sussex dove ci si reca con la famiglia ogni week-end, la consapevolezza che per lavorare bisogna spostarsi a Londra e che lì probabilmente i propri partner hanno l’amante, la domestica/cuoca che cucina dei pranzi come se fosse sempre Natale e potrei continuare così per molto ancora. Se All’ombra di Julius non è all’altezza dei Cazalet mi è comunque sembrato di essere tornata a casa, come se in quel momento abitassi con Cressy, Esme, Emma, Felix e Dan e i miei vicini di casa fossero proprio i Cazalet. È stato emozionante e quasi magico rivivere queste emozioni.
Questo romanzo fu scritto dalla Howard prima dei Cazalet, fu pubblicato in Gran Bretagna nel 1965, una delle prime opere di questa autrice. Viene quindi spontaneo fare dei paragoni, anche se forse bisognerebbe cercare di evitarli. Lo stile della scrittrice è già riconoscibile e maturo, i temi affrontati sono simili: la vita delle famiglie e soprattutto delle donne borghesi nell'Inghilterra fra gli anni Quaranta e Sessanta del Novecento, l'ipocrisia che vi si poteva nascondere e la contemporanea ricerca della sincerità e dell'amore. Ho trovato tuttavia “All'ombra di Julius” un po' meno coinvolgente e profondo della saga dei Cazalet, dove venivano sviscerate anche questioni più spinose, come l'omosessualità, la violenza all'interno delle famiglie, la malattia, la sofferenza; questo invece, a tratti mi è sembrato simile ad un romanzo rosa. Ciò non toglie che sia un libro scritto in modo impeccabile e piacevole.
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