L' amico immaginario

L’originalità di questo romanzo è tutta nel protagonista: non è il bambino autistico ma Budo, il suo amico immaginario, il suo compagno di vita, che lo aiuta a cavarsela e a differenza di Max non ha nessun problema a parte la non-esistenza nel mondo reale. E a parte l’accorgersi che il suo amico Max sparisce insieme a un’insegnante che poi racconta solo bugie… Budo deve darsi molto da fare per ritrovare Max, e non può nemmeno influire direttamente su una realtà nella quale non esiste: ci porta dunque nella sua realtà in cui i limiti sono quelli dell’immaginazione di Max

Mi rifiuto di leggere un libro scritto così male. L'autore infarcisce ogni pagina con tantissime ripetizioni, tante provocare immediatamente la noia, con periodi che hanno la complessità che potrebbero avere quelli di un temino delle elementari. Di un bambino che non conosca ancora i pronomi, però. Cito per fare capire: "Max è dentro il gabinetto. Sta facendo la CACCA, e non gli piace farla fuori casa. Max non fa quasi mai la CACCA nei bagni pubblici. Però è l’una e un quarto e ci sono ancora due ore di scuola e lui non riusciva più a tenersela. Max cerca sempre di fare la CACCA ogni sera prima di andare a letto, e se non ci riesce ci riprova la mattina dopo, prima di andare a scuola. Stamattina effettivamente ha fatto la CACCA subito dopo colazione, quindi questa è una CACCA extra. Max odia le CACCHE extra. Max odia tutti i fuoriprogramma.Ogni volta che fa la CACCA a scuola"... Peccato perché la storia vista dal punto di vista dell'amico immaginario avrebbe potuto essere eccezionale... NON LO FINIRO'...