L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Colpito nel segno. Pochissime pagine per un romanzo che si vorrebbe rileggere appena terminato, che si vorrebbe non finisse mai. Sembra una favola che leggendo non ci si rende conto né di quando è iniziata, né di come, né di quanto è durata: si viene immersi totalmente in un pozzo senza fondo, pieno di parole, pieno di speranze, pieno di vita e di luce, pieno di una delicatezza ed ironia tipicamente francesi. Le parole sono estremamente importanti in questo libro, perché è con queste che Guylain e Julie si incontrano. Lui si innamora attraverso il fiume di parole che lei scrive in modo divino, ogni giorno. Lei si sfoga scrivendo tutto quello che prova giornalmente e ha modo di soffermarsi sulle singole giornate e capirne il senso. Si omaggia il prezioso tesoro che sono i libri, per la loro forza di cambiare tutta un'esistenza con le sole e semplici parole. Lo stile è chiaro e la maestria nell' incastrare vari pezzi del passato con il presente vien del tutto naturale. Dei personaggi viene descritto molto brevemente l'aspetto fisico proprio perché non è questo che l'autore ha voluto risaltare, l'aspetto che prevale è il loro modo di pensare: la sensibilità/amarezza di Guylain e la concretezza della giovane Julie, l'ammirevole forza di Giuseppe. Insomma, viene trattato il mondo degli incompresi, degli invisibili in un modo così ironico e leggero che fa quasi pensare, a chi si è sentito come il protagonista, "Ma chi diavolo me lo fa fare?". Il mondo ci riserva sempre qualcosa che non possiamo controllare, "Perché per quanto se ne sia convinti, niente è mai definitivo, nella vita", mai perdere la speranza, mai smettere di sognare che qualcosa di migliore possa accadere perché un giorno potremmo trovare anche noi il "principe azzurro" e vedere il mondo da un'altra prospettiva. Jean-Paul Didierlaurent è stata una bella sorpresa. Ha scritto tutto quello che non ho mai detto e che nascondo a me stessa. Questo libro è da leggere, non dice nulla di nuovo ma affronta argomenti detti e ridetti in un modo particolare, che mi ha stregata - forse anche perché sto attraversando un periodo particolare della mia vita, non lo so, sicuramente l'aspetto emotivo influisce molto. Ero e sono anch'io un invisibile d'altronde, mi son sentita proprio come Guylain e nel momento in cui per lui, la felicità è arrivata, mi son commossa, sono stata così orgogliosa di lui e dell'incontrollabile destino che a volte gioca brutti scherzi ed altre ci fa dannatamente contenti.
A mio parere, il romanzo presenta differenti punti a suo favore e altrettanti che vanno nella direzione contraria. Propongo i principali. CONTRO - Quattro storie (il lavoro in fabbrica del protagonista, la "ricerca" delle gambe di Giuseppe, le letture nella casa di riposo e la storia e relativa ricerca di Julie) sono forse troppe, data l'esiguità del testo. Inoltre, l'autore non riesce a legarle bene e restano unite un po' a forza: a ben guardare si vedono da lontano i punti di sutura di questo Frankenstein letterario. - Lieto fine scontato. Ma d'altronde, quale altro finale possibile in un racconto dove non muoiono nemmeno i pesci rossi, ma si rigenerano uguali a sé stessi e nel nome? - I personaggi restano bidimensionali e non si impongono alla memoria e al cuore. Sono e restano una sequenza lineare delle azioni che compiono nel dipanarsi della storia. PRO - La parte iniziale, in cui l'autore racconta il lavoro al macero, è descritta in dettaglio, e i tecnicismi testimoniano una profonda o molto ben documentata conoscenza dell'ambiente. Questa sorta di padronanza dell’argomento ti invoglia a continuare nella lettura. - È bella (letterariamente) l'idea della ricerca di Giuseppe, anche se non sviluppata appieno: è una strada presa e poi lasciata lì, depotenziata. Lo stesso discorso si potrebbe fare relativamente all'ossessione per le piastrelle di Julie. - La lettura di pagine orfane che fa il protagonista, senza dare spiegazioni o riferimenti, è intrigante, e forse è l'unica cosa che salverei in toto del racconto. Il giudizio finale è di un romanzo piacevole, ma da leggere una sola volta e poi mettere da parte.
Una favola leggera, delicata da leggere in un pomeriggio sul divano con la coperta. Lo stile è scorrevole, semplice e i personaggi sono persone normali, anzi sono degli invisibili che trovano finalmente un senso alle loro vite ordinarie, sempre uguali e ripetitive: casa-treno-lavoro. È un libro sui cambiamenti che la vita ci offre perché come dice Guylain, il protagonista "Per quanto se ne sia convinti, niente è mai definitivo nella vita". E per fortuna, aggiungerei.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore