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Anime scalze - Fabio Geda - copertina
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Anime scalze

Descrizione


Attraverso la struggente avventura di un ragazzino costretto a diventare adulto da solo, e con tutta la leggerezza in cui è maestro, Fabio Geda ci racconta la fatica e la meraviglia di cercare un posto nel mondo. Fra primi amori, padri distratti, madri confuse e segreti scomodi con cui fare i conti.

«Quella mattina, ricordo, nel parcheggio del centro commerciale, scendendo dal furgone, afferrando il fucile dal sedile posteriore, ho guardato di sfuggita verso il bosco e mi sono accorto che il sole stava sorgendo sulla campagna come un livido. Era ottobre. Avevo quindici anni».

Ercole è asserragliato sul tetto di un capannone, armato e circondato dalla polizia. Con lui c'è Luca, che ha sei anni. Come sono finiti lassù? Ercole Santià trascorre l'infanzia ricucendo gli strappi quotidiani della vita. Lui e sua sorella Asia tirano avanti a stento - con fantasia e caparbietà - insieme al padre, un personaggio tanto inadeguato quanto innocente; eppure, come tutti, crescono, vanno a scuola, s'innamorano. Finché, all'improvviso, ogni cosa attorno a Ercole inizia a crollare. Niente sembra in grado di fermare la slavina che lo sta travolgendo, nemmeno Viola, la ragazza che da qualche tempo illumina i suoi giorni. Convinto che quello di incasinarsi sia un destino scritto nel sangue della propria famiglia, è sul punto di arrendersi quando viene a sapere che la madre, di cui non ha notizie da anni, abita non lontano da lui. L'incontro con la donna lo metterà di fronte alla necessità di reagire compiendo una scelta drammatica. L'unica possibile, forse, se vuole cambiare il proprio destino e proteggere le persone che ama.
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Dettagli

1
2017
11 aprile 2017
224 p., Brossura
9788806229245
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Indice

Quella mattina, ricordo, nel parcheggio del centro commerciale, scendendo dal furgone, afferrando il fucile dal sedile posteriore, ho guardato di sfuggita verso il bosco e mi sono accorto che il sole stava sorgendo sulla campagna come un livido. Era ottobre. Avevo quindici anni. Luca ha guardato nella mia stessa direzione e ha detto: Ho sonno, infilando la mano sotto il casco da Football americano e grattandosi la guancia. Lo ha detto senza piagnucolare; di anni, luca, ne aveva compiuti sei il giorno prima. Per un attimo ho pensato di dare un fucile anche a lui, perché sul sedile ce n'erano due, poi mi sono detto: No, meglio di no. Seguimi. Luca ha ubbidito. Abbiamo attraversato il parcheggio di corsa, in direzione di uno dei capannoni; abbiamo raggiunto la scala esterna. L'ho trascinato su stringendogli la mano per evitare che scivolasse, ma con l'altra dovevo sia aggrapparmi al mancorrente sia tenere il fucile. Ho sentito le sirene della polizia e le auto inchiodare davanti al cancello. Non ho sentito gli agenti scendere e rovistare nel furgone, attivare l'impianto di amplificazione della volante, quello no; ma ho sentito il mio nome quando l'hanno urlato. Ercole, ha detto una voce metallica distorta dagli altoparlanti, Ercole vieni fuori e non fare sciocchezze. Dal tono si capiva che il poliziotto si stava sforzando di essere educato e che in realtà avrebbe voluto dire: Ercole, Ercole vieni fuori e non fare cazzate, ma non poteva, forse perché insieme a lui c'era della gente che si sarebbe lamentato se lo avesse sentito usare quella parola, tipo una persona di buon cuore o chessò io. così ha ripetuto: Ercole, accidenti, lo sappiamo che sei lì dentro. Posa il fucile e vieni fuori. Tsz, ho pensato, anzitutto non sono dentro, ma sopra, sul tetto; e poi che roba i poliziotti, a volte fanno tanto i gradassi - come la sera che hanno arrestato mio padre - e altre si cagano addosso per una persona di buon cuore. A me invece mica mi fanno paura le persone di buon cuore. Macché. Me non mi avranno mai. Ercole, ha urlato il poliziotto, cazzo mi hai sentito? A proposito, mi chiamo Ercole.

Valutazioni e recensioni

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Anthony
Recensioni: 3/5

Un libro che dovrebbe trasmettere emozioni ma che a mio avviso cade in qualche luogo comune. Scrittura scorrevole ma storia banale, fatta di colpi di scena alquanto irreali, troppo romanzata. Forse una lettura più da pubblico adolescenziale. Non mi ha lasciato nulla.

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marialuisa
Recensioni: 5/5

Il protagonista di questo romanzo mi è piaciuto moltissimo, con la sua semplicità e la sua voglia di riscatto e di amore, nonostante i trascorsi di un'infanzia difficile. Il viaggio alla ricerca della madre che lo ha abbandonato e la sua capacità di perdonare quanto successo dimostra una maturità fuori dal comune, che fa commuovere e che ci fa tifare per lui, nonostante le sue azioni a volte sconsiderate. Tutti i personaggi del romanzo sono veramente ben delineati, credibili e ci regalano una visione di quella che può essere la vita nelle periferie delle grandi città, dove tali situazioni familiari diventando difficili senza che la gente comune se ne accorga. L'ho già letto tre volte ma mi fa sempe emozionare.

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Laura
Recensioni: 5/5

Fabio Geda ancora una volta ha saputo con le sue storie raccontare la sofferenza e il dramma di ragazzi che a volte sono più maturi degli stessi adulti. La lettura è sempre molto scorrevole e avvincente. Lo consiglio a tutti e soprattutto agli adolescenti.

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Recensioni

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Voce della critica

Qualche volta “le anime scalze” fanno rumore. Ercole, quattordici anni, costretto a diventare adulto da solo, un bel giorno un’impronta la lascia davvero. L’abile penna di Fabio Geda ci racconta la vita di un ragazzino che, dopo un’infanzia difficile disseminata da delusioni, si trova a vivere un’adolescenza altrettanto dura, circondato da adulti incapaci di svolgere il ruolo di educatori e guida che dovrebbero avere.

Anime scalze narra la struggente avventura di Ercole Santià. Lui e la sorella Asia vivono una vita di stenti, abbandonati dalla madre in tenera età e soli con un padre che tutto è fuor che uno stinco di santo. Nonostante ciò frequenta regolarmente la scuola mentre la ragazza, gran lavoratrice, cerca di sostituire come meglio può la figura dei genitori, prodigandosi oltre ogni limite e cercando di tenere lontane quelle “persone di cuore” che potrebbero aiutarli ma che forse significherebbe per loro separazione: “In fondo, l’unico vero problema che io e Asia abbiamo mai avuto, quand’eravamo piccoli, erano gli agguati delle persone che cercavano di aiutarci; perché di fatto la nostra vita era così polverosa e irregolare che fare in modo che non se ne accorgesse nessuno era impossibile”. Ercole diventa adulto da solo, si innamora e quando viene a sapere che la madre non abita poi molto lontano da lui parte alla sua ricerca, tanto più che Asia – da cui si sente abbandonato – ormai si sta costruendo una nuova vita con l’uomo che ama. La nuova realtà gli offre anche la scoperta di un fratellino e stimola in lui un accresciuto senso di responsabilità che, mal incanalato e con gesta inconsulte, finirà per sfociare in evoluzioni drammatiche.
L’autore ci racconta di una crescita addirittura meravigliosa, data la situazione in cui avviene: una vita modesta al limite della povertà e un contesto difficile che plasma il carattere fanno di Ercole comunque un bravo ragazzo che, nonostante tutto, non intraprende cattivi percorsi. Crescere comporta fatica, Ercole questa fatica l’ha proprio tutta sulle sue spalle. E anche i buoni a volte si trovano ad affrontare un destino segnato fin dalla nascita. Il protagonista si muove in una Torino sonnacchiosa illuminata dall’amore per Viola, ragazza bellissima e di buona famiglia che non si lascia condizionare dalla loro diversità.

Fabio Geda, con un linguaggio asciutto e un dialogo dai toni giovanili, è riuscito a elaborare una narrazione tenera e dura allo stesso tempo – l’incipit è quasi una promessa non mantenuta – che racconta la fatica di cercarsi un posto nel mondo. È una storia forte proprio perché vi leggiamo legami e relazioni dove i piccoli vestono gli abiti degli adulti e questi vivono come eterni ragazzini. Se proprio devo trovare un aspetto negativo a questo romanzo lo vedo nel finale al limite della credibilità, ma poiché è un’opera veramente accattivante questo non può inficiare un giudizio più che positivo. Leggere Anime scalze non significa solo immergersi in una lettura entusiasmante, ma anche essere coinvolti nell’esistenza e nei problemi familiari dei protagonisti. Lo ritengo un romanzo adatto anche ad un pubblico di adolescenti e da proporre per una lettura di classe.

Recensione di Clara Domenino

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Conosci l'autore

Fabio Geda

1972, Torino

Fabio Geda (1972, Torino), si è occupato per anni di disagio giovanile, esperienza che ha spesso riversato nei suoi libri. Ha scritto su «Linus» e su «La Stampa» circa i temi del crescere e dell'educare. Collabora stabilmente con la Scuola Holden, il Circolo dei Lettori di Torino e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Esordisce nel 2007 con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani; segue L'esatta sequenza dei gesti (2008) e Nel mare ci sono i coccodrilli (2010) che ha avuto uno straordinario successo sia in Italia che all'estero. Nel 2011 esce L'estate alla fine del secolo, mentre del 2014 è Se la vita che salvi è la tua (Einaudi). Nel 2015 esce il primo volume della serie per ragazzi Berlin (Mondadori)...

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