Ho ricomprato questo disco in formato cd per pura comodità d’uso, conoscendone il contenuto anche troppo bene, dopo aver consumato il vinile (rigorosamente originale) in centinaia e centinaia d’ascolti, e dopo aver visto qualche mezza dozzina di concerti degli Area ai bei tempi andati… Ecco, purtroppo alla fine dell’ascolto questo resta, la sensazione di aver perso qualcosa irrimediabilmente, vuoi per la morte dannatamente prematura di Demetrio Stratos, vuoi per lo sfaldamento progressivo del gruppo (in verità cominciato già con le avventure soliste di Stratos), molto a causa della fine di un’epoca e della voglia che c’era allora, quella di esplorare suoni nuovi e generi sconosciuti. Eppure oggi, in epoca di crossover “globali”, ci dovrebbe essere spazio ampio per musiche come quella degli Area. Ma sotto sotto si capisce che è il coraggio quello che manca: quello, per esempio, di flirtare contemporaneamente con folk, jazz ed elettronica; quello di buttare giù dal piedistallo un mito rock dei tempi d’allora (“L’abbattimento dello Zeppelin”); quello, più di tutti, di sparigliare le carte del bon ton dando all’album un titolo a dir poco inquietante e poi facendo precedere il primo brano (il primo!!!) da una poesia in lingua araba. Già, e che brano: dedicato all’eccidio delle Olimpiadi di Monaco dell’anno prima, “Luglio, agosto settembre (nero)” con la sua synt-chitarra-violino è stato un pugno allo stomaco, l’annuncio della nascita del “rock mediterraneo” e nello stesso tempo lo svelamento del problema medio-orientale, che non ci avrebbe mai più abbandonato. In questa ristampa, formalmente ineccepibile, ci sono però due cose che non “suonano”: la mancanza di qualsiasi contenuto extra, innovativo rispetto all’album originale (che so, un demo, un live…) e la dannatissima piccolezza della copertina, che fa rimpiangere il magnifico cartone d’epoca con il lavoro di Gianni Sassi stampato sopra!
Arbeit Macht Frei
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Artisti:
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Supporto:CD Audio
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Numero supporti:1
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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SANDRO BENINI 04 dicembre 2017
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FABIO BELLO 24 novembre 2016
Primo disco dell' International Popolar Group italianissimo chiamato AREA: ebbe un impatto incredibile nella scena rock/prog dei primi '70, con un ardito mix di musica mediterranea, progressive, jazz, rock and hard experimental.Grande tecnica, un cantante inimitabile per stile ed innovazione. Prudenza però perché non è un ascolto per tutti i palati.
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Arbeit macht frei degli Area si colloca cronologicamente negli anni in cui la musica italiana aveva qualcosa da dire a livello internazionale, sicuramente per quanto riguarda il progressive rock. Questo album racchiude l’influenza di tanti stili diversi, esplorati anche tramite l’utilizzo di strumenti musicali non comuni in questo genere musicale. La voce di Demetrio Stratos e la sezione strumentale sono un connubio indissolubile, che trova la sua massima espressione in questo album-manifesto che, oltre all’indiscutibile valore musicale, propone anche riflessioni sulla situazione sociopolitica del mondo di quei giorni .
Disco 1
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