Difficile da seguire, poco scorrevole
Avrò cura di te
Tutti abbiamo un angelo custode. L'importante è riconoscerlo
Il romanzo a due voci di due autori amatissimi
«Non posso impedirti di inciampare. Però posso medicare il tuo piede ferito. E prenderti in braccio, fino a quando non sarai in grado di camminare sulle tue gambe. Avrò cura di te»
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un'anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l'ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all'angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L'angelo ha un nome: Filemone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone, voce dell'interiorità prima che dell'aldilà, sia possibile silenziare la testa e l'istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:14
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Anno edizione:2017
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Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un unico grande amore: Leonardo. Che però l'ha abbandonata. Smarrita, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all'angelo custode, per ringraziarlo. Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L'angelo ha un nome: Filemone. Nasce così uno scambio intenso, divertente, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio da Filemone, in un finale sorprendente che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
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Un libro a due voci. Da una parte la storia di un fallimento di coppia, con la necessità di confrontarsi con il dolore, la delusione, il senso di colpa e cercare il modo di ripartire; dall'altra un angelo che consiglia, offre conforto e cerca di trasmettere un punto di vista diverso per affrontare ciò che è successo. La Gamberale, nella sua Giò, disegna un'altra figura immatura, fragile, alla costante ricerca di qualcosa che dia senso all'esistenza. Gramellini, nel suo Filemone, offre pillole di saggezza e riflessioni new age.