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La prima parte l'ho letta con fatica ma dopo la storia è diventata più interessante. Scrittura molto "british", alla Mc Ewan insomma. Forse troppi i casi giudiziali e le vicende degli altri colleghi di Fiona, avrei preferito maggior approfondimento sulla vicenda privata della protagonista. Bello e un po' triste, fa riflettere su certi dogmi religiosi e sulla fragilità dell'adolescenza. Oltre che sui piccoli e grandi drammi coniugali e sulla vecchiaia.
Fiona Maye è una professionista, non è la madre né l’insegnante di Adam Henry, un quasi diciottenne alle prese con un conflitto apparentemente insanabile. Ciò che è certo è che agirà, sentite tutte le parti in causa, nell’unico ed esclusivo interesse del ragazzo. Applicherà la legge che, almeno provvisoriamente, sembra sposarsi bene con la pietà, l’umana pietà. Nel caso di Adam Henry, tutto pende a favore delle incontrovertibili decisioni dell’interessato; è vero che non è ancora maggiorenne, ma lo sarà a breve, brevissimo termine. Le sentenze pregresse parlano chiaro: se è accertata la sua capacità di intendere e volere, si può non tener conto dei pochi mesi che lo separano dalla maggiore età. Ma Fiona in cuor suo intende salvare la vita di questo ragazzo in virtù di una banale considerazione: gli sono state offerte altre possibilità? Cosa sa veramente Adam delle altre opzioni? Se tu cresci in un ghetto e non ne sei mai uscito, cosa sai del mondo esterno? Con una decisione inconsueta, Fiona sospende per qualche ora il dibattimento e si reca in ospedale a far visita al ragazzo. No, non esercita alcuna pressione, sembra accettare ogni risoluzione del paziente. «Va bene così, Adam, faremo ciò che vuoi tu. Dai, parliamo d’altro!». Mossa da raffinata educatrice, non ho dubbi! Ai riconosciuti meriti letterari McEwan, europeista illuminato, aggiunge quello di ricordarci il condiviso patrimonio di cultura e civiltà faticosamente conquistato. Non è poco per la bistrattata identità europea. Malauguratamente umanitarismo e cosmopolitismo sono sport poco praticati di questi tempi. È per questo che penso che de “La ballata di Adam Henry” c’era bisogno, c’è bisogno. Per tutti quelli che si occupano di semplice, banale, comune umanità.
libro che tratta argomenti profondi con una storia drammatica
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