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Anno edizione: 2011
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Difficile commentare un libro di racconti. Soprattutto se si tratta di racconti tutti belli, che si avvicinano alla perfezione, come quelli editi da Minimum Fax, che giustamente si propone di pubblicare l'opera omnia di Bernard Malamud. Vale la pena allora scrivere di uno solo, tra i tanti che si vorrebbero citare. "La dama del lago" narra di un giovane ebreo (ebrei sono quasi tutti i personaggi di Malamud, come lui stesso, nato da genitori russi emigrati in America), che dopo aver ricevuto un'eredità decide di cambiare identità e nome, rinnegando così la sua razza, e di mettersi in viaggio verso l'Europa. Arriva quindi a Stresa, e affascinato dal Lago Maggiore, si ferma in una pensione della cittadina, unendosi ai molti turisti americani che ogni giorno partecipano a gite organizzate sul battello per visitare le isole Borromee. Non sa bene cosa cerca, forse un'illuminazione interiore, forse l'amore: senz'altro sogna di immergersi nelle cultura, nella lingua e nella storia d'Italia. Un pomeriggio ventoso, si imbatte in una giovane donna che subito lo colpisce per la sua nobile figura e indole, e che si presenta a lui come Isabella del Dongo, figlia dei signori dell'isola. E di qui si dipana una storia fatta di fraintendimenti e bugie reciproche, che troveranno la loro punizione proprio nell'epilogo, a sorpresa, quando il giovane americano dovrà pentirsi di aver rinnegato la propria origine. Un finale come molti altri, nel libro, che lasciano il lettore con un senso di malessere nei riguardi di un destino feroce e impietoso verso i personaggi, sempre sconfitti e incapaci di piegare gli avvenimenti a loro favore.
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