La storia si svolge nel primo dopoguerrra tra il 1949 e il 1950. La protagonista di questo libro è una giovane straniera Marta Bisovich.Lei essendo senza biglietto ferroviario viene affidata al capotreno e fatta scendere nella stazione di Bellano. Da questo momento iniziano le diverse vicende che coinvolgono lei e il paese intero. Andrea Vitali come al solito riesce a tratteggiare al meglio i diversi personaggi, dai nomi astrusi ed azzeccati e fornisce una precisa descrizione del paesaggio, sembra proprio di trovarsi proprio immersi nel paese a contatto diverse persone. “ Buongiorno, signorina” è un libro che ho letto con particolare piacere proprio per la nuova tematica affrontata.
Biglietto, signorina
«Bellano è una Macondo fatta di storie e di uomini simpatici e accattivanti.» la Repubblica - Antonio Gnoli «Secondo me, Vitali sorpassa con la sua levità Guareschi.» «Il suo è puro gioco narrativo con momenti di alto virtuosismo.» Antonio D'Orrico, «La lettura – Corriere della Sera» «Un grande narratore che, come Piero Chiara e Mario Soldati, sa raccontare la profondità della superficie.» Bruno Quaranta, «Tuttolibri» «La forza delle storie di Andrea Vitali nasce da una innata capacità di ascolto delle vicende della gente comune che egli trasforma in prodigiosa azione romanzesca.» Fulvio Panzeri, «Avvenire» Alla stazione ferroviaria di Varenna, a pochi chilometri da Bellano, c’è trambusto. Il capotreno Ermete Licuti è sceso dal convoglio scortando una passeggera pizzicata senza biglietto. E senza un quattrino per pagare la multa. Fa intendere che arriva da Milano, che vuole andare a Bellano, ma non parla bene l’italiano, e capire cosa vuole è un bel busillis. Ligio alle norme, il capotreno non sente ragioni e consegna la ragazza al capostazione, Amilcare Mezzanotti, che protesta vivace. Il regolamento però è chiaro, la faccenda tocca a lui sbrogliarla. E così adesso il povero capostazione si trova lì, nel suo ufficetto, con davanti Marta Bisovich. Bella, scura di carnagione, capelli corvini, dentatura perfetta, origini forse triestine, esotica e selvatica da togliere il fiato. Siamo nel giugno del 1949, e sul lago di Como, in quel di Bellano, tira un’aria effervescente di novità. Ci sono in ballo le elezioni del nuovo sindaco, e le varie fazioni si stanno organizzando per la sfida nelle urne. Su tutte, la Dc, fresca dei clamorosi successi alle politiche del ’48, attraversata ora da lotte intestine orchestrate dall’attuale vicesindaco Amedeo Torelli, che aspira alla massima carica ed è disposto a giocare tutte le sue carte, lecite e anche no. La bella e conturbante Marta, invece, ha altre aspirazioni. Le basterebbe intanto trovare un posto dove poter ricominciare a vivere, e questo è il motivo per cui ha deciso di puntare le sue ultime chance sulla ruota di Bellano, dove certe conoscenze non sono nelle condizioni di negarle l’aiuto di cui ha bisogno. Biglietto, signorina – storia apparsa in una prima versione nel 2001 con il titolo L’aria del lago nell’omonima raccolta, e qui interamente reinventata, riscritta e ampliata – ci porta nel bel mezzo dell’Italia della ricostruzione, alle prese con la ritrovata libertà. In un paese che fatica a risollevarsi dalle macerie della guerra, ognuno tenta la sorte per imbastire il proprio futuro.
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rita pradella 09 marzo 2017
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rita pradella 08 marzo 2017
La protagonista di questo romanzo, a differenza degli altri scritti da Vitali, è una giovane straniera Marta Bisovich. La storia si svolge nel primo dopoguerrra tra il 1949 e il 1950. Lei essendo senza biglietto ferroviario viene affidata al capotreno e fatta scendere nella stazione di Bellano. Qui hanno inizio le diverse vicende che coinvolgono lei e il paese intero. Il paesaggio e i diversi personaggi, dai nomi strani ed azzeccati, sono tratteggiati con attenta minuzia dall’autore, sembra proprio di trovarsi proprio in quel luogo a contatto con le diverse persone. “ Buongiorno, signorina” è un libro che ho letto con particolare piacere proprio per la nuova tematica affrontata.
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Ho conosciuto Vitali con "Premiata ditta Sorelle Ficcadenti", non un capolavoro ma sicuramente un libro gradevole da leggere. Qua scopro un Vitali che usa un registro completamente differente con personaggi acidi e perennemente arrabbiati e con un linguaggio spesso volgare, infarcito di parolacce che personalmente mi danno fastidio. Non ne vedo proprio la necessità. Posso capire che un personaggio possa esprimersi in maniera colorita, ma perché lo debba fare anche il narratore mi sfugge proprio. La trama è piuttosto scialba e soprattutto è povero l'intreccio, manca sicuramente la poesia e l'atmosfera che ho trovato nell'altro libro. Mi riservo di leggere un altro libro di Vitali per capire qual è il suo vero stile; tuttavia questo libro l'ho trovato abbastanza deludente ed inutile. Non capisco poi che senso abbia fare capitoli di sole 4 o 5 righe. Sembra che l'autore si diverta a sprecare carta per fare il volume più ampio...
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