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Giovanni Vivaldi è un piccolo impiegato di un ministero, in procinto ormai di andare in pensione, una vita passata fra le scartoffie. Desidera che il figlio Mario, appena diplomato ragioniere, ottenga un posto più importante del suo nello stesso ministero. Bisogna però vincere un concorso, e Giovanni non disdegna una raccomandazione del suo capoufficio. Per ottenerla, si affilia a una loggia massonica con una stravagante cerimonia. Il giorno della prova, mentre padre e figlio si avviano a piedi alla sede degli esami, un rapinatore esce da una banca sparando all'impazzata per strada. Mario cade fulminato. La vita di Giovanni è sconvolta, sua moglie è colpita da un ictus pochi giorni dopo la morte del figlio. Il suo mondo piccolo borghese non esiste più, i suoi modesti sogni vanno in frantumi. E quietamente reagisce in modo del tutto inaspettato. Da questo breve romanzo di costume è stato tratto un grande capolavoro del cinema italiano, con Alberto Sordi magistrale interprete. Impossibile non rivedere, a ogni pagina del libro, le immagini del film, non rivivere l'angoscia di questo piccolo uomo disperato e determinato, sullo sfondo di un quartiere popolare di Roma, al confine tra città e campagna. Il libro non riesce a comunicare le emozioni del film, sfiora soltanto la superficie di un mondo allo stesso tempo semplice e genuino, cinico e spietato. La spietatezza e il cinismo di un povero che non ha più nulla da perdere, una storia di allucinata disperazione, dove anche il delitto può diventare quotidiana rassegnazione. Il romanzo di Cerami, però, ha il merito di avere ispirato un film che ha toccato l'animo degli spettatori come espressione della realtà italiana grigia, caricaturale e tragica alla fine degli anni '70. Una giustizia oltre la giustizia farsesca, umile, quieta e cinica, in contrapposizione a quella altisonante e simbolica dei personaggi di A. Christie e S. King. Giovanni non agisce in nome della Giustizia, ma di se stesso e della sua famiglia.
Impensabile per me non guardare a questo protagonista immaginando il faccione di Sordi: la sua interpretazione nel capolavoro di Monicelli stampa nelle iridi qualcosa di indelebile. Continuo a preferire il film, anche se riconosco a Cerami il coraggio di aver messo in campo le carte giuste per lasciare il segno in quel periodo storico italiano (leggi, la loggia massonica).
La bella copia di Sciascia, scrittore moderno e propulsivo, e' costituita da Cerami, davvero uno scritto avvincente, il suo, realistisco al punto giusto e drammaticamente attuale. Asciutto, essenziale, senza fronzoli ed inutili orpelli, mette in evidenza molte realta' del costume italico: corruzione, devianza organizzata all'opera, esasperazione popolare. Nella famiglia Vivaldi si consuma la tragedia della borghesia. Proteso ad inseguire il posto fisso per il figlio, Giovanni si raccomanda al capoufficio, e soggiace alle condizioni imposte dal sistema:l'appartenenza obbligatoria alla loggia massonica per ottenere favori. Non basta. Il destino colpisce fatalmente a morte il figlio per il quale Giovanni era disposto a tutto, e l'uomo, proiettato in una situazione esistenziale quasi kafkiana, persa la moglie Amalia, non trova via d'uscita se non sfogare il suo livore accumulato nel tempo, sul giovane assassino, dalla cui arma parti' il colpo che in occasione della rapina al Monte dei pegni, feri' letalmente Mario, probabile vincitore di un concorso ministeriale grazie all'interessamento della loggia, che poco prima dello svolgimento della prova scritta era riuscita a far pervenire a casa Vivaldi il foglio con le domande... il borghese diventa omicida, seviziatore, occultatore di cadavere. È un uomo piccolo ma reso ancora piu' minuscolo dal degrado di un sistema senza il minimo referente etico, che fagocita tutto, allora come oggi (impressionante e di certo attuale la descrizione del concorso truccato). Si vacilla pigmei davanti all'esasperante blocco monolitico inossidabile della devianza imperante che impone il suo codice ignobile di riferimento per i cittadini, ormai assuefatti, spersonalizzati, costretti ad adeguarsi passivamente alla lobotomizzazione decerebrante coattiva. Giovanni sa che tutte le mattine avra' davanti la stessa situazione.
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