La caduta di Roma e la fine della civiltà - Bryan Ward Perkins - copertina
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La caduta di Roma e la fine della civiltà
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Descrizione


Roma non è caduta. O almeno cosi dicono le più recenti teorie storiografiche. La transizione al dominio germanico sarebbe stata graduale e pacifica, risultato di una progressiva integrazione delle popolazioni del nord, vitali ma primitive, nel grande organismo imperiale, raffinato e ormai prossimo all'esaurimento. II loro mescolarsi avrebbe dato vita a una nuova era di positive trasformazioni culturali. Niente affatto, sostiene Bryan Ward-Perkins. Ma quale integrazione, quale proficua sistemazione delle popolazioni esterne entro i confini dell'impero! "I Germani che invasero l'impero d'Occidente occuparono o estorsero con la minaccia della forza la massima parte dei territori in cui si stabilirono, senza alcun accordo formale sulla divisione delle risorse con i loro nuovi sudditi romani. Dovunque si abbiano testimonianze di una certa ampiezza, la norma era indubbiamente la conquista o la resa alla minaccia della forza, e non un accordo pacifico".

Dettagli

13 novembre 2008
293 p., ill. , Rilegato
9788842083948

Valutazioni e recensioni

  • Un'opera davvero magistrale sulla caduta dell'impero di Roma e su quel che ne è seguito. Contro le recenti tesi del "trapasso graduale" e della "trasformazione di civiltà", l'Autore riafferma l'evidenza catastrofica della fine dell'impero, consistente nel generale collasso del modus vivendi romano, anche riguardo al sistema di produzione e distribuzione di beni correnti di elevata qualità, come il vasellame domestico (ma anche le anfore e le tegole) e in un arretramento a condizioni di vita analoghe a quelle preistoriche, almeno nelle regioni periferiche. Roma non è caduta per desiderio di indipendenza dei popoli sottomessi, se gli stessi barbari ambivano anzitutto farsi "Romani". L'impero è crollato perchè è venuta meno gradualmente la base fiscale che permetteva il mantenimento di un esercito professionale; e questo a causa del degrado del territorio provocato dalle incursioni dei popoli germanici. In questo senso, i barbari, secondo l'Autore, sono responsabili di "omicidio preterintenzionale". Molto interessante la documentazione archeologica portata a supporto dall'Autore, che ha lavorato a lungo sul campo in Italia.

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