Cairo automobile club

Un romanzo ambientato in Egitto, durante turbolenti anni di cambiamenti e rivendicazioni. Grazie a questi personaggi possiamo vivere la storia di questo bellissimo Paese da diversi punti di vista, tutti molto genuini e semplici, come se guardassimo proprio con i nostri occhi. Lo stile è semplice, ma non banale, scorrevole e davvero molto molto piacevole, lo consiglio!

Questo romanzo si è un po' perso per strada, secondo me, anche se lo ha fatto forse per motivi giusti. Cominciato come metafora della dittatura in Egitto (chiara, evidente e ben riuscita) qualche tempo prima che s'inaugurasse la stagione della primavera araba, leggo che l'autore lo abbandona e scende in piazza Tahir con i giovani del suo paese per sostenere il vento del cambiamento nel suo paese, e quando ricomincia a scrivere è infervorato dall'atmosfera che ha condiviso in quella piazza. Che è una cosa bellissima, sia chiaro, ma forse il romanzo ne fa un po' le spese. In più, mi aveva intrigato tantissimo l'incipit un po' Pirandelliano in cui l'autore si cita come personaggio e riceve la visita di due dei personaggi principali, Saliha e Kamel, che lo criticano per non aver espresso i loro sentimenti nel suo romanzo appena finito e gli consegnano una versione da loro riveduta e corretta (e ampliata), dove le parti aggiunte da loro sono segnalate con un carattere diverso. Mi aspettavo però che questa struttura a cornice ritornasse nel finale, che secondo me è la parte più debole del libro, e invece sono rimasta delusa; finale debole perché molto affrettato, e di nuovo si sente l'influenza dell'attualità sul libro. Mi è piaciuto molto, lo trovo ben scritto e molto ben costruito (l'autore da bambino veniva davvero portato al Club, perché suo padre era l'avvocato a cui si rivolgeva la direzione, e si intuisce la fonte diretta e il richiamo ai suoi ricordi nella costruzione dei camerieri e dei lavoratori del posto), però fino più o meno all'ultimo quarto, dove appunto si avverte nettamente il cambio di sentimenti e di intenzioni dell'autore, che però non è tradotto bene nell'intreccio della trama. Leggerò di certo qualcos'altro di suo, tuttavia, perché rimane un autore di valore.

Al-Aswani continua a sorprendermi con i suoi libri, uno più bello dell'altro, ambientati in contesti lontani e non così facili da identificare. Tutti noi abbiamo un'idea distorta dell'Egitto e delle sue contraddizioni e qui, invece, vengono alla luce in modo dirompente. Ma il vero tocco di quest'autore è legato alla descrizione e alla scelta dei personaggi. Ognuno, infatti, ha delle sue peculiarità. Sono divertenti, beffardi, tragici, ma pieni di carattere, unici. Altamente consigliato.