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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2011
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Un’esperienza letteraria diversa. Certo, ogni nuovo libro che si principia rappresenta l’inizio di qualcosa di diverso, ma in questo specifico caso, sento con maggior nitidezza di aver fatto qualcosa di diverso dal solito. Quando un libro mi piace mi faccio sempre catturare dalle atmosfere narrate e dalle vite dei protagonisti e, ovviamente, è successo anche con questo libro della Petrosian. Il romanzo è folle, questa è la prima definizione che mi viene in mente, e non è assolutamente da intendersi in una qualche accezione negativa. Da subito non ho capito niente di quello che stavo leggendo, tanto che ero quasi convinta che si parlasse di animali anziché di ragazzini, solo qualche riga dopo e prestando maggiore attenzione, ho iniziato ad addentrarmi nella Casa, nel mondo, che ospitava i miei protagonisti e a capire. Li ho visti crescere, vivere in un mondo sospeso, distante da quello concepibile come “realtà” in un senso comunemente intendibile. In un mondo in cui tutto è possibile, governato dalle leggi della Casa e da quelle che nella casa c’è sempre stato e, probabilmente, sempre ci sarà. L’autrice ha creato un universo fantastico e suggestivo, in cui muove molteplici personaggi, ciascuno dalla personalità spiccata, incisiva, persino fra quelli che interagiscono con gli altri esclusivamente tramite il racconto di questi ultimi. Nella Casa vivono sin da piccoli, ragazzi con ogni tipo di deformità, mancanza, sia fisica che psicologica. Ragazzi in sedia a rotelle, senza braccia, ciechi, psicologicamente labili, alcuni probabilmente normali ma le cui famiglie hanno pensato bene di liberarsene scaricandoli in questo istituto. Sono organizzati in gruppi, hanno le loro regole, e tutto quello che riguarda l’Esteriorità non li tange se non in maniera superficiale. A dettare legge su tutti ci sono quelli del 4° gruppo, il cui capobranco è uno dei personaggi più interessanti: Cieco. Non mi spingo oltre nelle anticipazioni, mi limiterò a dire che questo è un romanzo particolare e bello. Ci si perde e ci si ritrova ma mai completamente. Un sacco di questioni per il lettore restano irrisolte, perché niente viene confidato in maniera esplicita, ma sempre, rigorosamente e solo, con il linguaggio della Casa e dei suoi abitanti. Suggestivo! Terribile e incantevole, divertente, inquietante. Mi mancheranno un sacco tutti…
un libro potentissimo! ti lascia senza fiato, facendoti partecipare alle "avventure" dei ragazzi della casa quasi come se anche il lettore si trovasse al suo interno ogni piccola narrazione ha i giusti tempi e serve a capire l'evoluzione della trama e del romanzo un misto tra il signore delle mosche e alice nel paese delle meraviglie, vi innamorerete di ogni singolo personaggio del libro
La casa del tempo sospeso è uno di quei libri che forse non rileggerei ma non possono passare inosservati e vanno assolutamente consigliati. Nonostante la mole del libro sia piuttosto consistente, quasi 900 pagine scritte fitte fitte, non si rimane indietro nemmeno di una riga e ci si scopre a ritagliare sempre più spazio dai nostri impegni quotidiani per immergerci nella sua lettura. La casa ha un potere strano, subdolo, quasi magico: come con i protagonisti, ti si avvinghia dentro, ti prende e non ti molla, se non quando lo decide lei, e se tu varchi il confine dell’Esteriorità, ovvero rientri nel tuo mondo reale fatto di contingenze ti marchia la mente, ti insegue e non ti lascia pause. Il potere di questo libro sta nel narrare delle vicende che hanno come protagonisti degli adolescenti e attinge tutta la sua fascinazione direttamente dai tuoi ricordi di quell’epoca, dall’essere stato parte di un branco o meno, dal tuo primo amore, dal tuo primo screzio. E’ un romanzo corale ricco di protagonisti; non ci sono passaggi memorabili o frasi da evidenziare, ma la sua bellezza sta nella completezza e nell’insieme del racconto. La storia narra di una Casa adibita a ricovero per ragazzi disabili fino alla maggiore età. All’interno di essa i ragazzi si dividono in gruppi ed ogni branco ha il suo capobranco. Durante la loro permanenza, i ragazzi perdono il loro nome reale e vengono battezzati con nuovi nomi, generalmente dati dai più anziani, nomi che evidenziano caratteristiche fisiche o comportamentali. I ragazzi sono un tutt’uno con la Casa, respirano con essa, vi si barricano dentro, è la loro madre e il loro guscio protettivo dal mondo esterno, che chiamano appunto Esteriorità, e del quale sono terrorizzati. Seguendo le loro vicende scopriamo che la Casa ha delle regole proprie che non appartengono all’Esteriorità e il tempo in essa vi si dilata o si restringe. Impariamo a conoscere e ad amare Fumatore, Sfinge, Sciacallo e Cieco. Sottostiamo anche noi alle loro regole, ai loro giochi e ai loro screzi. Fino a quando non arriverà il giorno del congedo, quando i ragazzi dovranno scegliere se credere nel loro futuro, accettando le nuove regole, a loro sconosciute, dell’Esteriorità e provando a crescere o rifuggire nel proprio guscio e rimanere eternamente adolescenti. Perché leggerlo: è un romanzo che è completo di tutto, amore, odio, rivalità, abbandono, paura, solidarietà. Ha una potenza indiscutibile e una capacità di coinvolgimento tale che non può lasciare indifferenti. Coglie perfettamente un’età, quella dell’adolescenza, e la dipinge senza drammi, senza censura, con tutte le sue bellezze e con tutte le sue altrettante brutture. Come per gli adolescenti, nella storia ogni sentimento è esasperato, non esiste una via di mezzo ed è proprio questo che te la fa amare sin dall’inizio. Ti lascia davvero dentro qualcosa che, per quanta mi riguarda, va lasciato sedimentare ancora a lungo per capirne il senso. Ti graffia l’anima, andando a ravanare nei tuoi ricordi. Assolutamente da leggere. Perché non leggerlo: non si può prescindere dalla sua lettura; posso però dire che alcuni passaggi gli ho trovati troppo fantasiosi e non perfettamente conclusi. Ecco, se posso dire il difetto è questo: c’è un mondo parallelo a quello reale che vive all’interno della Casa, ma non viene esplicitato perfettamente; molte volte ti perdi nelle pieghe di personaggi o ambientazioni fantasiose che non hanno un prosieguo. Ci sono alcuni nodi, all’interno della vicenda, non chiariti del tutto. Mi sono sentita spesso come uno dei personaggi, Fumatore, troppo ancorata alla realtà per capire i troppi non detto del testo. Questo mi ha lasciato un senso di amarezza, di non compiuto, proprio come allo stesso Fumatore che non riusciva a cogliere i sottintesi lanciati come ami dai suoi compagni di branco.
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