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Cedi la strada agli alberi. Poesie d'amore e di terra - Franco Arminio - copertina
Cedi la strada agli alberi. Poesie d'amore e di terra - Franco Arminio - 2
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Cedi la strada agli alberi. Poesie d'amore e di terra
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Cedi la strada agli alberi. Poesie d'amore e di terra - Franco Arminio - copertina
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Descrizione


Finalista alla XLIX edizione del Premio Vitaliano Brancati, categoria Poesia

Il nuovo libro di Franco Arminio, le più belle poesie del poeta italiano più seguito sulla rete.

“Franco Arminio è uno dei poeti più importanti di questo paese.” - Roberto Saviano, la Repubblica

«"Cedi la strada agli alberi" è un libro di poesia importante. Lo è anche in quanto intollerabile. Come dev’esser la poesia nel suo attrito continuo con l’idea di poesia accettabile e addomesticabile in questa società dominata da astrazione e ideologia.» - Davide Rondoni, Avvenire

«La poesia può avere un nucleo di verità autentica e per la sua radicalità ha una forte suggestione libertaria, eversiva, soprattutto quando arriva a tutti, come nel caso delle poesie di Franco Arminio.» - Lorenzo Fazio, ANSA

«In questi versi dell’"Entroterra degli occhi" di Franco Arminio c’è tutta la sua idea di poesia intesa come modo di vivere ribelle alla fatuità del ciarlare salottiero, cercando relazioni profonde con le persone. C’è il suo sguardo sul paesaggio, che ne coglie la bellezza quasi fosse un volto. Se la sua prosa è lirica, la sua poesia è narrativa, nel senso di itinerante, ha il respiro del passo, la “leggerezza” del viandante.» - Simona Maggiorelli, Left

Franco Arminio ha raccolto qui una parte della sua sterminata produzione in versi. Ma non è un’antologia, è un’opera antica e nuova, raffinata e popolare, un calibrato intreccio di passioni intime e passioni civili. La prima sezione è un omaggio al paesaggio e ai paesi che Arminio racconta da anni nei suoi libri in prosa. La seconda ci presenta una serie di poesie amorose in cui spicca il suo acuto senso del corpo femminile. Dopo i testi intensi dedicati agli affetti familiari, le conclusioni sono affidate a una serie di riflessioni sulla poesia al tempo della Rete. I versi di Arminio sono lavorati a oltranza, con puntiglio e cura, con l’obiettivo di arrivare a una poesia semplice, diretta, senza aloni e commerci col mistero. La sua scrittura è una serena obiezione alle astrazioni e al gioco linguistico, una forma di attenzione a quello che c’è fuori, a partire dal corpo dell’autore, osservato come se fosse un corpo estraneo. L’azione cruciale è quella del guardare: “Io sono la parte invisibile / del mio sguardo”. "
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Dettagli

20
2017
2 febbraio 2017
160 p., Brossura
9788861908505

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Elena
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Franco Arminio e le sue poesie fatte di terra e amore mi hanno coinquistato <3

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Lorenzo.
Recensioni: 5/5

Arminio è senza dubbio uno dei poeti contemporanei che più amo. L'amore che provo verso la sua poesia lo devo alla scoperta di "Cedi la strada agli alberi".

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Cristiano Cant
Recensioni: 5/5

Ci sono alfabeti interiori troppo distanti da un dizionario comune, difese così vere del sè che, pur rischiando solitudini e spalle voltate, restano i primi inquilini di una verità che salva e fortifica, che non teme i veleni della sua sorellastra, che non è la menzogna, ma la verità offesa, dimenticata. Che cos'è un paesologo? E' l'uomo che siede sul gradino di un piccolo borgo e ne carezza il muschio fra le fessure come se fosse la guancia di sua madre. E' l'adulto testardamente coerente alla sua infanzia, ai suoi luoghi, alla finestra aperta dalla quale un odore di minestra invade la piazza di sotto, al vento che ancora solfeggia i suoi umori fra le pietre del centro vecchio e ne canta gli anni, i misteri, gli echi e le preziosità. Non è affatto poco nel tremendo universo inodore e senza emotività delle Monuments Valley e altri colossi della certezza di una perfezione solo da laboratorio. La macchina rimarrà cosa fallita perché non avrà mai narici. Franco Arminio vaga nella bellezza trascurata di quei paesini quasi estranei a ogni cartina, e grazie alle parole (che nel suo caso sono gemelle dei suoi arti) ne fa rivivere essenze e aurore, sfondi e angoli, costumi e languori. Lo sguardo del poeta è come un balcone dal quale la natura, o Dio o chi per essi sanno fidarsi almeno per un istante della bontà dell'Umano. L'occhio di Arminio è presenza salvata. Egli stesso anzi chiama tutta questa dimensione "l'entroterra degli occhi". Leggiamo: "Io dico che si deve partire da un punto qualunque,/ per esempio dal fatto che alle nove del mattino/ puoi andare in un paese vicino/ e sentire quello che dicono al bar/ un muratore, un vecchio ammalato, un postino./ Quello che conta è capire che la giornata,/ una giornata qualsiasi, è il tuo splendore. /Abbi cura di andare in giro,/ non restare fermo come uno straccio/ sotto un ferro da stiro." Poca filosofia, se non quella umana, volutamente calda, sofferta e condivisa. Il resto è un guscio smorto, una terrazza per vermi.

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Franco Arminio

1960, Bisaccia

Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, centro dell'Irpinia orientale in provincia di Avellino. Collabora con diverse testate locali e nazionali come "il manifesto", "Il Mattino" di Napoli, "Ottopagine", "Corriere del Mezzogiorno", ed è animatore del blog "Comunità Provvisoria". Paesologo, Arminio racconta i piccoli paesi d'Italia, e ha realizzato anche vari documentari. Nel 2009, con Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia (Laterza) ha vinto il Premio Stephen Dedalus per la sezione "Altre scritture". Nel luglio 2011, con Cartoline dai morti (Nottetempo) ha vinto per la seconda volta il Premio Stephen Dedalus per la sezione "Altre scritture".Tra i suoi libri: Viaggio nel cratere (Sironi, 2003), Circo dell'Ipocondria (Le Lettere, 2006), Vento forte...

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