Ecco arrivare la serie de “Le donne del club omicidi” al decimo tomo chiamato “La cerimonia” senza che l’autore abbia la minima intenzione di finire questo brand facilmente sfruttabile, sempre ovviamente affiancato da colei che pare la miglior collaboratrice per questa serie: Maxine Paetro. Finalmente è arrivato il giorno delle nozze per Lindsay Boxer è l’ex agente dell’FBI. Ma l’idillio dura poco, visto che tre diversi casi stanno per sconvolgere le amiche: Boxer verrà incaricata di indagare su una ragazza minorenne abbandonata dopo un parto, mentre Yuki cerca ancora di vincere il suo primo caso contro una moglie di un facoltoso dottore poco fedele, e la giornalista Cindy viene a conoscenza di uno strana serie di donne che si risvegliano vicino a casa senza ricordare nulla. Come da consuetudine per la serie, la narrazione non si sofferma mai troppo a lungo sugli eventi, compreso il matrimonio della protagonista. Questo permette una lettura veloce e in evoluzioni rapide per i casi, dove Boxer si vedrà coinvolta in tutti e tre, fino alle relative conclusioni. Indubbiamente alla fine può facilmente lasciare delusi, visto che i casi attuali e chiaramente improntanti a scuotere il lettore – dove il bianco e il nero si mescolano – si risolveranno in modo piuttosto semplice e mai particolarmente complesso, anzi, e nel finale di un caso ci sarà un déjà vu piuttosto fastidioso, visto che è stato usata una scelta simile nel libro precedente. Ad appesantire il tutto si saranno gli sviluppi sentimentali delle tre ragazze del libro, tutti piuttosto prevedibili e fastidiosamente precipitosi, ma quello di Yuki sarà il più forzato solo perché tornerà utile alla storia. Ed in tutto questo ci sarà anche la dottoressa Claire, ma con apparizioni marginali ed inutili. Chi apprezza l’autore e la serie non farà fatica a fruire di questo decimo capitolo, che risulta come sempre ben scritto e scorrevole come tutti gli altri, malgrado l’eccessiva semplicità nella conclusione dei casi. Più gravi però sono le esagerazioni sul piano sentimentale che risultano fin troppo ricercate e precipitose, risultando così il peggior difetto del tomo in questione.
