Il cimitero di Praga - Umberto Eco - copertina
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Letteratura: Italia
Il cimitero di Praga
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Descrizione


Trent'anni dopo "Il nome della rosa" Umberto Eco torna in libreria con un nuovo romanzo di ambientazione storica. Lungo il XIX secolo, tra Torino, Palermo e Parigi, troviamo una satanista isterica, un abate che muore due volte, alcuni cadaveri in una fogna parigina, un garibaldino che si chiamava Ippolito Nievo, il falso bordereau di Dreyfus per l'ambasciata tedesca, la crescita di quella falsificazione nota come "I protocolli dei Savi Anziani di Sion", che ispirerà a Hitler i campi di sterminio, gesuiti che tramano contro i massoni, massoni, carbonari e mazziniani che strangolano i preti con le loro stesse budella, un Garibaldi artritico dalle gambe storte, i piani dei servizi segreti piemontesi, francesi, prussiani e russi, le stragi nella Parigi della Comune, orrendi ritrovi per criminali che tra i fumi dell'assenzio pianificano esplosioni e rivolte di piazza, falsi notai, testamenti mendaci, confraternite diaboliche e messe nere. Ottimo materiale per un romanzo d'appendice di stile ottocentesco, tra l'altro illustrato come i feuilletons di quel tempo. Un particolare: eccetto il protagonista, tutti i personaggi di questo romanzo sono realmente esistiti e hanno fatto quello che hanno fatto. E anche il protagonista fa cose che sono state veramente fatte, tranne che ne fa molte, che probabilmente hanno avuto autori diversi. Accade però che, tra servizi segreti, agenti doppi, ufficiali felloni ed ecclesiastici peccatori, l'unico personaggio inventato di questa storia sia il più vero di tutti.

Dettagli

26 novembre 2014
523 p., Brossura
9788845278648

Valutazioni e recensioni

  • Devo ammetterlo, all'inizio la lettura è stata faticosa. Però, arrivati ad un certo punto del libro la curiosità e l'intreccio tra le storie dei protagonisti hanno preso il sopravvento. Il testo è allo stesso tempo una cronaca dei principali eventi della storia italiana e francese della seconda metà dell'Ottocento ed una creazione di pura fantasia. Secondo me, il tocco di genio sta nella riflessione sui nostri tempi che sorge spontanea nel corso della lettura della parte finale del libro. La manipolazione delle notizie, la creazione del "nemico", lo sfruttamento di personalità distorte per creare panico, sono tutti elementi che ci riportano alla situazione attuale. L'attività di falsario del nostro Simonini, vero e proprio scialbo ed apparentemente innocuo "genio del male", si conclude con il suo "capolavoro": "I Protocolli dei Savi di Sion". Questo testo è stato utilizzato negli anni a giustificazione di scellerate e violente politiche antisemite, culminate nella tristemente nota "Soluzione Finale". La violenza nei confronti degli ebrei veniva giustificata come necessaria, per la difesa da un nemico subdolo, astuto e potentissimo. Quello che mi preoccupa è come una falsificazione così evidente possa essere stata accettata da una parte delle èlite intellettuali europee, è l'evidente dimostrazione che non c'è nessun cieco come colui che non vuole vedere.

  • Devo ammetterlo, all'inizio la lettura è stata faticosa. Però, arrivati ad un certo punto del libro la curiosità e l'intreccio tra le storie dei protagonisti hanno preso il sopravvento. Il testo è allo stesso tempo una cronaca dei principali eventi della storia italiana e francese della seconda metà dell'Ottocento ed una creazione di pura fantasia. Secondo me, il tocco di genio sta nella riflessione sui nostri tempi che sorge spontanea nel corso della lettura della parte finale del libro. La manipolazione delle notizie, la creazione del "nemico", lo sfruttamento di personalità distorte per creare panico, sono tutti elementi che ci riportano alla situazione attuale. L'attività di falsario del nostro Simonini, vero e proprio scialbo ed apparentemente innocuo "genio del male", si conclude con il suo "capolavoro": "I Protocolli dei Savi di Sion". Questo testo è stato utilizzato negli anni a giustificazione di scellerate e violente politiche antisemite, culminate nella tristemente nota "Soluzione Finale". La violenza nei confronti degli ebrei veniva giustificata come necessaria, per la difesa da un nemico subdolo, astuto e potentissimo. Quello che mi preoccupa è come una falsificazione così evidente possa essere stata accettata da una parte delle èlite intellettuali europee, è l'evidente dimostrazione che non c'è nessun cieco come colui che non vuole vedere.

  • Giuseppe Matranga

    Ho impiegato un po' più del solito a leggere questo libro. La lettura è sicuramente molto impegnativa (il solito stile Eco) e secondo me non è adatta a tutti. La storia è narrata sotto forma di diario ma con diversi stili stili narrativi ed è un’interessante ricostruzione dietrologica degli eventi storici dell'Europa della fine del XIX secolo. Consigliato a chi ama la storia e le letture di un certo livello, altrimenti si rischia di odiarlo.

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