Come un chiodo nel muro - Tony Laudadio - copertina
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Come un chiodo nel muro
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Descrizione


Una settimana, non di più, ma in nero. Questa è la durata della strana storia di un maturo avvocato penalista, Giustino Salvato. Apprezzato nel lavoro, molto legato al padre vedovo, alla sorella divorziata e al nipote Lorenzo, che lo adora come un dio, Giustino va soggetto a frequenti crisi di rabbia, che rendono difficoltosi i suoi rapporti con le persone. Un giorno gli viene proposto un nuovo caso: un altro avvocato, certo Scotto, è stato ammazzato, e la vedova è tra i sospettati e chiede la sua assistenza. Giustino accetta di riceverla, e scopre che si tratta di Giorgia, una sua ex, la prima ragazza con cui ha fatto l'amore. Giorgia si dichiara subito colpevole: ha ucciso il marito con premeditazione, per gelosia. Giustino vorrebbe rifiutare l'incarico, ma nello stesso tempo si sente attratto dalla donna, che lo costringerà a guardare nel profondo dei suoi segreti più intimi. Le conseguenze saranno gravi e solo grazie al suo istinto si potrà salvare dai pericoli che si troverà ad affrontare. Tony Laudadio prosegue la sua incursione nei territori del giallo, con un'insolita attenzione ai moventi interiori dei personaggi, creature in carne e ossa che escono dalla pagina con l'imprevedibilità e le sfaccettature delle loro vite violente.

Dettagli

17 settembre 2014
361 p., Brossura
9788845277412

Valutazioni e recensioni

  • GIANLUCA SPERA

    Il romanzo è quasi una seduta psicanalitica, che scandaglia ogni anfratto dell’anima del protagonista, ne esamina i sentimenti e gli affetti, ripercorre le tappe della sua giovinezza e il suo legame viscerale con il padre, fino a costringerlo a uscire dal suo isolamento, a mettere in discussione la sua ostinata esistenza. È un’indagine al microscopio sulle idiosincrasie, sulle ribellioni, sui pensieri sottaciuti. La storia è anche una riflessione sulla giustizia “che non ha niente a che fare con la legge”. È facile cogliere una feroce critica a tutto il sistema giudiziario zeppo di laceranti contraddizioni e di evidenti vessazioni. Forse la letteratura, che non ha codici né scorciatoie, è lo strumento per rendere più giusto il mondo, per affrancarlo dalla prepotenza e dalla tirannia degli uomini malvagi. La rivelazione finale arriva come un momento catartico inatteso, come una forma di espiazione che libera l’avvocato dalle sue responsabilità, una sentenza inappellabile che, lentamente ma inevitabilmente, comincerà ad estrarre quel pesante chiodo dal muro.

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