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Anno edizione: 2017
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Esistono autori che decidono di aprire uno spartiacque nella letteratura, di scrivere libri che vanno oltre le convenzioni, i generi, le classifiche di vendita, opere che in apparenza sembrano un azzardo ma che poi si rivelano dei veri e propri casi editoriali. La consonante K di Davide Morganti prova (e ci riesce) a scompaginare una certa idea di romanzo, ormai cristallizzata sulle forme, i registri e sulle trame stereotipate. Morganti ha scritto un libro poderoso, irriverente, blasfemo, impertinente, che distrugge l’ortodossia letteraria, decreta la fine dell’ideologie ma fa dubitare anche della loro stessa esistenza. Come se si fosse armato di un piccone virtuale, Morganti ha deciso deliberatamente di disintegrare tutte le certezze, sottrarre la retorica dal racconto e far emergere solo il grottesco del genere umano, combinandolo con il dramma storico. Insomma, l’operazione in sé è assai ambiziosa e costringe il lettore a uno sforzo notevole per tenergli testa. La consonante K non è uno di quei libri di facile fruizione, è un prodotto che richiede applicazione costante, che costringe il lettore a prendere una posizione, a fermarsi, a rileggere, a riflettere. È qualcosa di insolito per la letteratura nazionale, qualcosa di rivoluzionario, qualcosa con cui fare i conti. Nel corso della lettura, le storie si moltiplicano, si intrecciano, si interrompono e poi riprendono. Le note a margine, la perla del libro, restituiscono un campionario di personaggi minori che riescono in qualche modo a diventare protagonisti, essendo testimoni di piccole storie che potrebbero essere lo spunto per costruire altrettanti romanzi. Morganti si è sbizzarrito a condurre il lettore per mano attraverso la storia di fine secolo per costruire un libro visionario, tenendo insieme diverse situazioni bizzarre, da Lenin nei panni del mafioso con la passione per il wrestling al corpo di Cristo conteso nel deserto messicano. In questo viaggio iperbolico e surreale alla Terry Gilliam che omaggia la grande letteratura russa (e non solo), il libro affronta di petto il mondo post-moderno, evidenziandone tutte le contraddizioni, il lato ridicolo di quest’epoca dominata dal fanatismo e da un’inevitabile caos.
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