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Anno edizione: 2017
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È difficile parlare di questo libro - ma sappiate che mi è piaciuto tantissimo e che ho versato una valle di lacrime. È un romanzo introspettivo, un romanzo in cui Ravine si rivolge direttamente a Marianne - in cui le ricorda cosa disse o cosa fece in un determinato momento. Ravine scrive e si rivolge direttamente a Marianne nei suoi ricordi e nel modo in cui affronta ancora adesso la sua vita, ma alla fine è come se si rivolgesse direttamente a noi quando usa la seconda persona singolare - come se fossimo noi Marianne. Personalmente è uno stile di narrazione che mi piace tantissimo. Ravine non è quello che definirei un personaggio piacevole: è un po' bugiarda ed è un po' vigliacca e con la madre che ora vuole spingerla ad uscire di casa ha paura che anche l'unica persona che le sta vicino possa andarsene. La sua stanza e il suo letto sono il suo rifugio e la sola idea di mettere il naso fuori dalla porta di casa - sempre ammesso che il dolore glielo permetta - le provoca un attacco di panico. Ma le cose iniziano a cambiare quando comincia a scrivere, quando il dolore assume una consistenza visiva. E quando dall'altra parte del muro, nonostante l'appartamento sia vuoto perché i vicini hanno traslocato, Ravine comincia a sentire una voce appartenente al passato - e per quanto lei provi ad ignorarla, la sua resistenza ha un limite. È un romanzo introspettivo, di crescita, di ferite fisiche e psicologiche, di dolore e sensi di colpa e rimpianto, di famiglie disfunzionali e di paure infantili che condizionano l'età adulta. È un romanzo di sofferenza, è un romanzo di scelte, è un romanzo di vita - di quella vita che a volte si ferma, si blocca mentre il resto del mondo va avanti e che, in alcuni casi, solo molto lentamente riprende a scorrere. Ho pianto parecchio e ho trovato più somiglianze con Ravine di quante me ne aspettassi - i difetti, le paure, le incertezze, il panico, le bugie, la vigliaccheria. È la storia di un'amicizia finita troppo presto, è la storia di due anime così intrecciate che quando una è sparita anche l'altra ha smesso di vivere. È un romanzo particolare, è un romanzo non facile, è un romanzo che mi ha emozionata tantissimo e per il quale non ho abbastanza parole adatte da usare per descriverlo. E non voglio neanche dire troppo per paura di togliergli tutta la delicatezza e di rivelare i segreti che nasconde. Scritto con uno stile fantastico che scivola via senza che nemmeno tu te accorga, di sicuro la storia di Ravine e Marianne - in una cascata di tessere del domino messa in moto molto prima della loro nascita - non la dimenticherò mai. "Le cose che credevamo di sapere" - quelle che quando si è bambini si è convinti di conoscere, ma che una volta adulti capiamo di non aver mai saputo davvero.
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