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Le cose crollano - Chinua Achebe - copertina
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Le cose crollano
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Le cose crollano - Chinua Achebe - copertina
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Descrizione



Le cose crollano intreccia due storie, entrambe legate al personaggio principale, Okonkwo, "uomo forte", lottatore, nativo di un villaggio Ibo, in Nigeria.

La prima disegna la parabola di Okonkwo da leader indiscusso e rispettato all'interno della comunità, a eroe oltraggiato; la seconda storia, nella trasparenza della prima, racconta lo scontro tra due culture, l'irruzione degli europei, e il crollo della civiltà in cui Okonkwo era cresciuto. Nella vicenda personale di Okonkwo riconosciamo l'ancestrale, tragico conflitto tra l'individuo e la collettività che vivifica tutta la grande tradizione letteraria; e nella denuncia del conflitto tra due culture rintracciamo le radici di percorso storico che, ora, in questi anni, sta stravolgendo la nostra cultura.
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Dettagli

2016
13 ottobre 2016
202 p., Brossura
9788893440332

Valutazioni e recensioni

4,25/5
Recensioni: 4/5
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steno
Recensioni: 4/5

lo stile narrativo è quello tipico delgli scrittori african del 900, di traizione orale. spicca oltre alla cultura di una trbù nigeriana, l impatto dei bianki con tale cultura, mettendo in rilevanza l intolleranza i alcuni nativi con la rligione critiana. tante curiosità allinterno del romanzo. può essere, tranquillamente adottato dalle scuole. ben scritto

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n.d.
Recensioni: 5/5

A mio avviso, uno dei capolavori della letteratura postcoloniale. Achebe riesce a tessere sapientemente le trame del suo popolo annientato da un imperialismo spietato. Lo stile è da narrazione orale, molto avvincente, come se si fosse in ascolto di un vecchio saggio. Insieme ad Aspettando i barbari di Coetzee, è uno dei miei preferiti del genere.

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Patrizia
Recensioni: 5/5

Un libro molto bello per vedere il mondo con gli occhi degli Igbo e riflettere sull'intolleranza verso chi è portatore di una cultura diversa.

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Recensioni

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Voce della critica

Le cose che crollano, nell’Africa occidentale di fine Ottocento in cui il romanzo è ambientato, sono quelle che hanno sostenuto per secoli l’esistenza comunitaria del popolo igbo. Sono quelle in cui ha sempre creduto Okonkwo, protagonista del racconto, che muore suicida perché vede scomparire i valori del clan e i costumi del suo vissuto. Nel suo mondo tutto si disgrega, crolla, va a pezzi, mentre si sgretola la narrazione identitaria che ha tenuto insieme nel tempo famiglie e villaggi di Umuofia. Il romanzo si colloca in un momento di rapida trasformazione della società igbo.

Il tessuto sociale perde vigore e si sfascia sotto l’impatto violento dell’Europa imperialista e cristiana. Ma, secondo quanto narra Achebe, fattore concomitante di questa rovina generale è la debolezza intrinseca di quel mondo legato al passato, la sua rigida incapacità di adattarsi al cambiamento. Il romanzo ritrae perciò sia la tragedia della conquista, che quella del collasso interno. Ciò che rimane dopo il crollo è l’inizio di un lungo e faticoso processo di accomodamento, ma anche di appropriazione attiva della cultura occidentale per quanto può servire alla riconfigurazione e al rinnovamento del sé individuale e collettivo, dato che non si può tornare indietro nel tempo: è impossibile negare la storia. Lo scrittore si assume dunque il compito di riscrivere la storia africana, distorta o cancellata dalla storiografia europea, da una prospettiva interna ad essa, e ritorna al passato precoloniale non per nostalgia di quel passato, che comunque è perduto, ma perché esso costituisce la base ideologica per il suo controdiscorso: è il terreno di una storiografia alternativa. L’originalità di Le cose crollano sta proprio nello spostamento del punto di vista, nel fatto che assume una prospettiva ontologica africana, piuttosto che storiografica europea.

Due terzi del romanzo sono interamente dedicati alla ricostruzione della società igbo nella seconda metà dell’Ottocento, e i bianchi, l’Europa, l’Occidente non sono affatto al centro dell’azione, come nei romanzi coloniali della tradizione inglese, ma esistono solo in rapporto e in funzione al mondo nero. La rappresentazione degli “alieni”, che a poco a poco s’infiltrano nel clan di Okonkwo e gettano scompiglio fra gli abitanti di Umuofia, fa uso dei mezzi espressivi e dei punti di riferimento a disposizione degli igbo nella prima fase del colonialismo britannico. all’inizio queste creature leggendarie – che vengono prese per albini essendo bianche come il gesso, che hanno piedi senza dita e portano vetri sugli occhi – appaiono proprio ai margini del racconto. Il bianco è un oggetto visto dall’esterno e misurato in rapporto a ordinary men like us: gli igbo, i neri. (…)

Recensione di Annalisa Oboe

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Conosci l'autore

Chinua Achebe

1930, Ogidi

Chinua Achebe è stato uno scrittore, poeta e critico letterario nigeriano in lingua inglese. È stato promotore di una diffusione dell’identità culturale africana, per questo viene considerato il padre della letteratura africana moderna.Il suo capolavoro, Il crollo, viene studiato nelle scuole di numerosi paesi africani ed è stato tradotto in oltre 50 lingue. Gran parte dell'opera di Achebe ha messo in luce i pericoli di quella che è stata una rapida "civilizzazione" della Nigeria da parte dei Paesi occidentali durante il colonialismo, e denunciando la catastrofe culturale dei regimi corrotti dopo l’indipendenza.Achebe ha frequentato l'università a Ibadan dove ha studiato inglese, storia e teologia. Ha lavorato presso la BBC e nel 1961 è...

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