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Anno edizione: 2014
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ziogiafo - Cristo si è fermato a Eboli, Italia 1979 - 1^ parte - Un viaggio nel mondo dei contadini del sud… in epoca di regime fascista nel 1935, in quelle terre lontane dove il tempo pare che si sia fermato, dove la vita scorre lenta e il progresso della società civile non riesce ad arrivare. Natura predominante, paesaggi incantevoli, ma anche tanta desolazione in questi luoghi dell’entroterra Lucana, quasi da giustificare la triste affermazione dell’autore nel titolare questo famoso romanzo autobiografico da cui prende spunto il soggetto del film. Lo scrittore-protagonista è Carlo Levi (Gian Maria Volontè), il regista è uno dei più grandi maestri del cinema: Francesco Rosi. Carlo Levi, medico mancato, condannato al confino per le sue attività antifasciste, giunge in Basilicata e, dopo essere sceso dal treno alla stazione di Eboli - limite ultimo della società pseudo-civile - prosegue all’interno della regione, prima in corriera e poi in macchina per arrivare a Gagliano (nome inventato per il film), meta del suo soggiorno forzato. Il dottor Carlo Levi, raffinato intellettuale, si trova di fronte ad un contesto di vita a dir poco imbarazzante per la sua cultura, lui che proviene dalla tecnologica Torino fa fatica ad allinearsi a questo mondo emarginato dall’Italia moderna. Tuttavia rimane affascinato dagli usi e costumi di questo popolo di contadini, da cui attinge l’antico «sapere». …/continua nella 2^ parte.
ziogiafo - Cristo si è fermato a Eboli, Italia 1979 - 2^ parte - Spesso, “don Carlo” si concederà delle lunghe passeggiate per meglio riflettere ed entrare in contatto diretto con le bellezze della natura di questo posto e con le abitudini arcaiche dei suoi abitanti, che vivono ancora vincolati ad un vecchio codice di superstizioni e credenze popolari. La mano esperta del bravo Francesco Rosi si sofferma in maniera suggestiva con delle stupende carrellate sui volti «pieni di storia» di questa gente, completando le sequenze con delle panoramiche “silenziose”, lasciando spazio alla «voce» della natura e al fruscio del vento sui maestosi paesaggi di questa meravigliosa terra ancora incontaminata che risveglierà lo spirito artistico di Carlo Levi. Purtroppo, il medico-scrittore-pittore, deve fare i conti con le restrizioni che gli vengono imposte dal podestà di Gagliano che lo tiene sotto controllo, limitando i suoi spostamenti e vagliando severamente la sua corrispondenza che il più delle volte viene bloccata. Nei panni di Carlo Levi un eccezionale Gian Maria Volonté, un gigante del cinema italiano, probabilmente l’attore preferito di Francesco Rosi con il quale il grande regista napoletano aveva già girato importanti film. Una straordinaria Irene Papas che interpreta Giulia, l’ambigua donna di servizio di Carlo Levi. «Cristo si è fermato a Eboli» è un film toccante che affronta la complessa problematica della civiltà contadina meridionale, vittima storica della cattiva politica. È un film che probabilmente appare lento nelle sue sequenze ma che fa riflettere in maniera intensa… grazie al singolare stile narrativo del regista che è stato sempre un maestro nel riportare sul grande schermo forti tematiche sociali. Belle le musiche, stupenda la fotografia, meritatissimo il «David di Donatello» per il film e la regia. Il grande cinema di Francesco Rosi... Cordialmente, ziogiafo.
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