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Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi - DVD
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Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi - DVD
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Descrizione


Nel 1930 il regime fascista esilia Carlo, intellettuale torinese, medico e scrittore antifascista, ad Eboli, un paesino sperduto della Lucania. Durante la sua permanenza instaura rapporti di amicizia e di simpatia con gli abitanti del luogo.
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Dettagli

1979
DVD
8032700998310

Informazioni aggiuntive

Cristaldi Film, 2007
Mustang
151 min
Italiano (Dolby Digital 5.1);Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono)
Italiano per non udenti; Inglese
1,66:1
speciale: speciale Francesco Rosi; documentario: documentario archivio Rai "A sud di Eboli"; foto; manifesto originale; recensioni

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antonio musci
Recensioni: 5/5

Ottimo acquisto, spedizione rapida. consigliatissimo

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ziogiafo
Recensioni: 5/5

ziogiafo - Cristo si è fermato a Eboli, Italia 1979 - 1^ parte - Un viaggio nel mondo dei contadini del sud… in epoca di regime fascista nel 1935, in quelle terre lontane dove il tempo pare che si sia fermato, dove la vita scorre lenta e il progresso della società civile non riesce ad arrivare. Natura predominante, paesaggi incantevoli, ma anche tanta desolazione in questi luoghi dell’entroterra Lucana, quasi da giustificare la triste affermazione dell’autore nel titolare questo famoso romanzo autobiografico da cui prende spunto il soggetto del film. Lo scrittore-protagonista è Carlo Levi (Gian Maria Volontè), il regista è uno dei più grandi maestri del cinema: Francesco Rosi. Carlo Levi, medico mancato, condannato al confino per le sue attività antifasciste, giunge in Basilicata e, dopo essere sceso dal treno alla stazione di Eboli - limite ultimo della società pseudo-civile - prosegue all’interno della regione, prima in corriera e poi in macchina per arrivare a Gagliano (nome inventato per il film), meta del suo soggiorno forzato. Il dottor Carlo Levi, raffinato intellettuale, si trova di fronte ad un contesto di vita a dir poco imbarazzante per la sua cultura, lui che proviene dalla tecnologica Torino fa fatica ad allinearsi a questo mondo emarginato dall’Italia moderna. Tuttavia rimane affascinato dagli usi e costumi di questo popolo di contadini, da cui attinge l’antico «sapere». …/continua nella 2^ parte.

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ziogiafo
Recensioni: 5/5

ziogiafo - Cristo si è fermato a Eboli, Italia 1979 - 2^ parte - Spesso, “don Carlo” si concederà delle lunghe passeggiate per meglio riflettere ed entrare in contatto diretto con le bellezze della natura di questo posto e con le abitudini arcaiche dei suoi abitanti, che vivono ancora vincolati ad un vecchio codice di superstizioni e credenze popolari. La mano esperta del bravo Francesco Rosi si sofferma in maniera suggestiva con delle stupende carrellate sui volti «pieni di storia» di questa gente, completando le sequenze con delle panoramiche “silenziose”, lasciando spazio alla «voce» della natura e al fruscio del vento sui maestosi paesaggi di questa meravigliosa terra ancora incontaminata che risveglierà lo spirito artistico di Carlo Levi. Purtroppo, il medico-scrittore-pittore, deve fare i conti con le restrizioni che gli vengono imposte dal podestà di Gagliano che lo tiene sotto controllo, limitando i suoi spostamenti e vagliando severamente la sua corrispondenza che il più delle volte viene bloccata. Nei panni di Carlo Levi un eccezionale Gian Maria Volonté, un gigante del cinema italiano, probabilmente l’attore preferito di Francesco Rosi con il quale il grande regista napoletano aveva già girato importanti film. Una straordinaria Irene Papas che interpreta Giulia, l’ambigua donna di servizio di Carlo Levi. «Cristo si è fermato a Eboli» è un film toccante che affronta la complessa problematica della civiltà contadina meridionale, vittima storica della cattiva politica. È un film che probabilmente appare lento nelle sue sequenze ma che fa riflettere in maniera intensa… grazie al singolare stile narrativo del regista che è stato sempre un maestro nel riportare sul grande schermo forti tematiche sociali. Belle le musiche, stupenda la fotografia, meritatissimo il «David di Donatello» per il film e la regia. Il grande cinema di Francesco Rosi... Cordialmente, ziogiafo.

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Paolo Bonacelli

1939, Roma

Attore italiano. Studia all’Accademia d’arte drammatica e si fa apprezzare dai migliori registi teatrali italiani. Esordisce nel cinema nel 1964 con Cadavere per signora di M. Mattòli, riuscendo con gli anni a ritagliarsi dei ruoli significativi nei quali distilla le sue raffinate qualità di attore di teatro, soprattutto in personaggi sgradevoli e viscidi. Fra questi ultimi, il «duca» di Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) di P.P. Pasolini e il carcerato-aguzzino di Fuga di mezzanotte (1977) di A. Parker. Lavora fra gli altri con M. Antonioni, M. Bellocchio, L. Cavani e interpreta con successo anche ruoli brillanti in Johnny Stecchino (1991) di R. Benigni e Taxisti di notte (1992) di J. Jarmusch.

Alain Cuny

1908, Saint-Malo

Attore francese. Dopo gli studi di architettura all'École des Beaux-Arts, fa esperienza come scenografo e costumista. Viene in seguito attratto dal teatro, ma nel 1941 approda allo schermo in Madame Sans-Gêne di R. Richebé e l'anno successivo, con una parte di rilievo, in L'amore e il diavolo (1942) di M. Carné. Recita anche in Italia per M. Antonioni in La signora senza camelie (1953) e più avanti per F. Fellini in La dolce vita (1960). Si misura soprattutto con personaggi drammatici e complessi, ma a volte anche ambigui e sfuggenti, come in Notre Dame de Paris (1956) di J. Delannoy, Les amants (1958) di L. Malle, La via Lattea (1969) di L. Buñuel, Satyricon (1969) di F. Fellini, Il maestro e Margherita (1972) di A. Petrovi?c, dove è il diavolo, Irene, Irene (1975) di P. Del Monte. Successivamente...

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