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scritto da Bruno Di Giuseppe Broccolini il 27 agosto 2017 Ritengo la Di Grado l'incisiva rappresentante del contemporaneo 'spirito' del presente secolo. Un postmoderno che pian piano si focalizza in un passaggio complesso e complicato come l'attuale spazio-tempo da districare. E così concludo : " Come le cose- non cose/ eppure abilmente dipanate/in puro moto radente/ rasentato, trame in / itinere, sospeso ogni/ normale senso insensato. / Corpuscoli depredati da/ predatori sguscianti/ mai un viso a fronte, ma/ solo vago senso di presenza/ assenza del remoto./ E nuovi droni, congegni in costante moto/ siderale lo spazio-tempo/ alla luna coniugato qual senso/ di livore assai forte nel dissenso. ( Bruno Di Giuseppe Broccolini ) 27 agosto 2017
Quando mi sono avvicinata a Viola di Grado, l'ho fatto principalmente per scoprire un'autrice giovane, italiana e, soprattutto, siciliana. Non avevo idea che avrei scoperto, invece, una scrittrice così elegante, raffinata, cupa e misteriosa. Cuore cavo, in particolare, mi ha coinvolta da subito: non solo per la trama originale, non solo per l'intreccio avvincente, ma innanzitutto per la scrittura; è precisa, mirata, nessun termine è a caso, nessuna metafora è inserita solo per il gusto di stupire. Il lessico è minuzioso, graffia come una lama, avvelena, ferisce. Un velo di cinismo viaggia sulla storia come un aeroplano di carta che ci segue lungo il nostro viaggio in questa crudele storia, in questo dolore che però si fa speranza, si fa vivo e ci coinvolge in prima persona. Alla fine entrare in empatia con Dorotea, la protagonista, non è difficile e il suo malessere diventa quello di tutti noi che vogliamo solo essere amati e accettati. Consigliato caldamente a tutti coloro che vogliono ritrovare,nella letteratura contemporanea, un piccolo gioiello da custodire gelosamente.
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