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Il film è stato girato in gran parte a Roma ma anche in Sicilia e in particolare a Bagheria. Il titolo, La Dea Fortuna, fa riferimento anche al Santuario della Fortuna Primigenia che si trova a Roma. Nella colonna sonora è presente il brano inedito Luna Diamante interpretato da Mina e scritto e composto da Ivano Fossati.
«Ferzan Ozpeteck approda nuovamente a Roma, e in una multietnica zona dell'Ostiense, mette in scena un colorato e dolente teatro umano con il calore avvolgente che gli è caratteristico» - Alessandra Levantesi, La Stampa
«La Dea Fortuna ci racconta l'amore nelle sue evoluzioni, quando nasce per un figlio non tuo, quando si trasforma per la passione che sembra spegnersi, e quando ci cambia perché diventa qualcosa di più di un innamoramento» - Manuela Caserta, l'Espresso
Arturo e Alessandro sono una coppia da più di quindici anni. Nonostante la passione e l’amore si siano trasformati in un affetto importante, la loro relazione è in crisi da tempo. L’improvviso arrivo nelle loro vite di due bambini lasciatigli in custodia per qualche giorno da Annamaria , la migliore amica di Alessandro, potrebbe però dare un’insperata svolta alla loro stanca routine. La soluzione sarà un gesto folle. Ma d’altronde l’amore è uno stato di piacevole follia.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
A Palestrina, vicino Roma, si trova il Santuario della Fortuna Primigenia ove Arturo e Alessandro si conobbero molti anni prima. A distanza di molti anni i due ricevono la visita di Annamaria l’amica che li fece conoscere e che questa volta ha bisogno che per tre giorni i due ospitino i suoi due figli mentre lei sarà in ospedale per essere visitata a causa di forti emicranie. Quando la coppia inizia a scricchiolare dopo anni di convivenza, e nonostante una rete di amicizie dalle maglie folte, è difficile che si possa riprendere nonostante un’abitudine generata da piccole consuetudini e il desiderio di fuga placato da aperture verso l’esterno, con tradimenti della durata di una sola notte. A nulla pare servire anche il diversivo dato dalla presenza di due adolescenti figli di un’amica storica, che cede volentieri loro la prole certa che i due sapranno cavarsela egregiamente. Özpetek incornicia ancora una volta la storia di una coppia e di una famiglia differente e al tempo stesso molto attuale, dove la cura degli interni, il legame fatto di amicizie e rapporti umani la fanno come sempre da padrone. Una trama quindi comune ad altri sforzi del regista d’origine turca, a cominciare da Saturno Contro, ma una narrazione che ancora una volta riesce a stupire per come amicizia e amore possano essere declinati sempre sotto una nuova luce, difatti il vero distinguo in tal caso lo fa un’esplorazione dell’animo umano che passa attraverso lo sguardo non certo disincantato di due ragazzi cresciuti in situazioni di fortuna e che finalmente nella coppia composta d’Arturo e Alessandro trovano una famiglia capace d’accoglierli. Menzioni particolari per Stefano Accorsi, capace d’incorniciare alla perfezione l’intellettuale con problemi d’insoddisfazione professionale e per Barbara Alberti, nel ruolo di una madre mefistofelica e molto ben caratterizzata. Una pellicola che piacerà decisamente molto a chi crede in nuove possibilità e in un domani carico di nuove speranze.
Recensioni
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