Tralasciando il fatto che apprezzo in modo particolare leggere i diari personali dei grandi scrittori, poiché permettono di comprendere al meglio il loro pensiero e operato, questo di Virginia Woolf lo considero assolutamente essenziale, ancor più delle sue opere di maggior successo. Un diario da leggere anche per chi si confronta per la prima volta con gli scritti della Woolf. Un libro che rivela l'essenzialità di questa grandissima donna, scrittrice e critica inglese, avrei voluto non finisse mai. Un consiglio che mi sento di dare è quello di andare cronologicamente di pari passo con la lettura del diario e quella dei romanzi/saggi citati in modo da fare un immersione completa nel mondo della Woolf.
Diario di una scrittrice
Nel 1941, dopo aver dato alla letteratura del Novecento alcune delle sue opere più belle, Virginia Woolf si toglie la vita annegandosi nel fiume Ouse. Nel 1958 Leonard Woolf decide di raccogliere in volume una selezione tratta dai diari della moglie, incentrata su tutto ciò che riguarda lo scrivere e la sua attività di romanziera e critica letteraria. Ne esce un testo affascinante e ricco di sfaccettature: nella sua quotidiana "mezz'ora dopo il tè" dedicata al diario, che considera al tempo stesso un modo per esercitarsi e un messaggio diretto alla se stessa di domani, la Woolf intreccia riflessioni legate ai testi che sta scrivendo o leggendo, appunti di carattere stilistico o strutturale, descrizioni di luoghi, amici ed eventi pubblici o privati, ma anche le amare considerazioni su un mondo lacerato dalla guerra, l'alternarsi tra sfiducia e orgoglio per il proprio lavoro e gli accenni alla tortura delle crisi nervose, sempre più frequenti col passare degli anni. A metà strada fra letteratura e vita, queste pagine offrono la rappresentazione penetrante di un'autrice simbolo e della sua epoca.
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Francesca Guglielmi 04 marzo 2017
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Una full immersion nei pensieri e nella quotidianità di questa autrice che io adoro e che appare così umana e fragile invece di quell’aria un po’ gelida e snob che le foto dell’epoca ci rendono. Virginia racconta i libri che legge, che recensisce, i suoi incontri, le sue terribili emicranie ma soprattutto le sue ansie per i libri che sta scrivendo, per le critiche che teme e per gli elogi che la rassicurano. Emerge però anche un lato molto pratico che non mi aspettavo: dalla vendita dei libri cerca di conteggiare quante sterline ricaverà per poter rifare il bagno! Il diario mi ha fatto venir voglia di rileggere i suoi romanzi, anzi: forse bisognerebbe leggere il romanzo e poi le pagine del suo diario che ne parlano.