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La difesa di Luzin - Vladimir Nabokov - copertina
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La difesa di Luzin
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La difesa di Luzin - Vladimir Nabokov - copertina
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Descrizione


«Questo si chiama pedone. E ora attento a come si muovono. Il cavallo, naturalmente, galoppa». Lužin si sedette sul tappeto, la spalla appoggiata al ginocchio di lei, e guardò la mano col sottile braccialetto di platino che sollevava e disponeva i pezzi. «La regina è la più mobile» disse soddisfatto, sistemando con le dita il pezzo che si ergeva non esattamente al centro della sua casella. «Ed è così che un pezzo mangia l’altro» disse la zia. «Come se lo spingesse via e ne prendesse il posto. I pedoni lo fanno così, in obliquo. Quando potresti mangiare il re, si chiama scacco; e quando il re non sa dove scappare, si chiama scacco matto. Così il tuo obiettivo è di prendermi il re, e io devo prendere il tuo. Vedi quanto tempo ci vuole a spiegarlo. E se giocassimo un’altra volta?». «No, subito».
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Dettagli

2021
Tascabile
15 luglio 2021
231 p., Brossura
9788845936050

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

La vita di Luzin SONO gli scacchi. Prova a vivere la sua vita senza, ma non è possibile: la sua forma mentale adatta qualsiasi situazione ad una scacchiera in cui compiere la migliore mossa, la "difesa" nei confronti dell'avversario (la morte, la vita, la "normalità", cosa?). Certo, c'è il suicidio: altro colpo di genio dell'autore con il protagonista che esce dalla scacchiera da una finestrella del cesso, esce dalla pagina, come il nastro de "L'incantatore" si distorce, così ne "La difesa di Luzin" la pagina sembra quasi non poter più contenere il personaggio che ne esce fuori dai contorni e vola via (a terra?). La storia potrà sembrare banale per un romanzo degli anni '20 o '30 (non lo è, ovviamente) ma rileggete con calma, godetevi lo stile, l'architettura del tutto. Credo che sia l'ennesimo capolavoro di Nabokov, tra i suoi migliori, di certo ai livelli di "Lolita", "Il dono" e forse, ripeto forse, anche dell'immenso "Fuoco pallido".

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Enrico Caramuscio
Recensioni: 5/5

Tra il grottesco e il drammatico, tra la matematica rigidità del calcolo delle combinazioni e la poetica dolcezza di una penna d'eccezione, Vladimir Nabokov ci racconta una storia di scacchi e follia, di gioco e genialità, cullandoci con la raffinatezza della sua scrittura e guidandoci negli arcani recessi della mente umana con una profonda introspezione psicologica. Da Pietroburgo a Berlino, passando per i più prestigiosi club europei, conosciamo la vita ed i successi di Aleksandr Ivanovic Luzin, virtuoso della scacchiera, campione indiscusso e indiscutibile la cui fama raggiunge ogni angolo del globo. Una vita interamente dedicata al gioco degli scacchi, nobile attività che lo tira fuori da un'infanzia difficile segnata dalla propria indolenza e dal bullismo dei compagni di scuola, per catapultarlo nelle contraddizioni di un'esistenza di fama e successi, ma non certo di felicità. Il Luzin adulto, infatti, è uno sciatto e malandato trentenne la cui apatia sfiora i limiti dell'autismo, la cui mente, geniale durante il gioco, fatica ad adattarsi a tutto ciò che esula dalle sessantaquattro caselle della scacchiera. Più stanco dopo ogni sfida, più solitario dopo ogni combinazione inventata o risolta, più folle ogni giorno che passa, il nostro protagonista giunge a quella che dovrebbe essere la partita più importante della sua vita, la sfida con l'italiano Turati, contro il quale ha escogitato una particolare tattica difensiva. Questo duello lo porterà ad un drammatico tracollo e soltanto l'amore sembrerà in grado di tirarlo fuori da una precipitosa rovina. Alternando realtà e allucinazione, giocando tra risate e commozione, Nabokov ci porta nel vivo di una paradossale partita a scacchi che vede il protagonista alle prese con la sfida più difficile di tutte: quella contro la stessa vita. Una vita che, per il buon Aleksandr Ivanovic, è il vero e più temibile avversario, con i suoi imprevisti, i suoi tranelli, la subdola malignità dei suoi disegni, la geniale ostilità delle sue possibili combinazioni. Contro un nemico tanto infido e scaltro, così micidiale ed ineluttabile, al povero protagonista non resta che affidarsi ad un’ultima, disperata, drammatica difesa. “E il giovedì Luzin capì tutto. Già alla vigilia, aveva tramato un ingegnoso stratagemma con cui avrebbe forse potuto sventare le macchinazioni del misterioso avversario. Lo stratagemma consisteva nel commettere volontariamente un’azione assurda ma inaspettata, che esulasse dall’ordinamento sistematico della vita, portando così la confusione nella sequela di mosse architettata dal suo avversario. Era una difesa sperimentale, una difesa per così dire a casaccio, ma Luzin, pazzo di terrore di fronte all’imminente, inevitabile iterazione in arrivo, non riusciva a trovare niente di meglio.”

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