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Anno edizione: 2003
Anno edizione: 2014
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Al pari de "Il cardellino" è un libro che si legge tutto d'un fiato. Non vedi l'ora di continuare la lettura ma al tempo stesso temi di arrivare alla fine e abbandonare i personaggi. Le vicende e i problemi del protagonista, anche in questo caso, sono lontani dal quotidiano, estremamente particolari e quasi inverosimili, eppure le emozioni che prova, i ragionamenti, sono così ben descritti che è inevitabile non ritrovarsi in essi. La Tartt può scrivere quasi 1000 pagine ma difficilmente ci si accorge di sfogliarle.
“Dio di illusioni” è un libro incredibilmente travolgente. Tira e coinvolge già dalle prime pagine. Vuoi per lo stile della Tartt di per sé trascinante, per la storia o ancora per i personaggi stessi, non si riesce a staccargli gli occhi da dosso. Ci si ritrova, sin da subito, trasposti nell’Hampden College, nelle conversazioni dei protagonisti, nelle loro fantasie, preoccupazioni, discorsi e disagi. Si entra gradualmente nelle loro menti e a fine libro si va via con nostalgia e con la sensazione di aver detto addio a dei cari amici. Tutto è scrutato dallo sguardo attento di Richard, che ci permette di penetrare, pagina per pagina, in una realtà tanto seducente quanto cangiante, che finisce per squarciarsi. Un immenso domino, composto da tasselli di impressionante bellezza e complessità, che crolla. Grazie al protagonista siamo sì trasposti nella loro realtà, ma quale realtà? Inevitabilmente, al termine del libro, ci si chiede quanto c’era di illusion; quanto di quello raccontato fosse fenomeno, forgiato dall’ingenua ammirazione di Richard (ma anche nostra) e quale fosse la realtà reale sottostante. Il nome stesso del romanzo suggerisce che ogni cosa pare profondamente marchiata dal Dio di illusioni e, come la Tartt ci mostra, non si può sperare di uscirne indenni.
Non riesco a condividere i commenti entusiastici. La storia sarebbe anche avvincente, ma il ritmo scorre davvero troppo lento, in un perenne stato di attesa di qualcosa. È ben scritto e si respira questa aria di noir, ma proprio non gli posso dare un buon giudizio. Il finale è deludente come o più del resto
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