Revelli unico
Il disperso di Marburg
Nella primavera del 1944 un militare tedesco esce tutte le mattine a cavallo dalla sua caserma in provincia di Cuneo, e gira per le campagne, parla con i bambini, offre sigari ai contadini. Un giorno il cavallo torna in caserma da solo: il cavaliere solitario, il "tedesco buono" non viene più ritrovato. Revelli si imbatte in questa storia negli anni '70, ne rimane coinvolto, anche se sembra mettere in discussione le sue certezze di comandante partigiano, per il quale "ogni tedesco ucciso voleva dire una pallottola ben spesa, un nemico in meno". Dopo anni di indagini l'uomo avrà un nome, un battaglione, una famiglia, un passato. Ma quando il nemico acquista una identità, diventa un po' meno nemico...
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2014
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ANNA MARIA DE PALMA 14 luglio 2016
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Un libro molto bello dove Nuto Revelli descrive la sua ricerca per dare un nome a un soldato tedesco ucciso mentre andava a cavallo fuori dalla caserma di San Rocco Castagneretta (fraz. di Cuneo). Ma non è solo il resoconto di una ricerca: in questo libro troviamo la Resistenza, i partigiani e il loro rapporto con la popolazione contadina, la guerra con i suoi orrori (la condizione di "disperso" è, se possibile, ancora più devastante per la famiglia superstite), una profonda riflessione sul concetto di "nemico" (quanta commozione quando Revelli apprende che il fratello del disperso era morto sul fronte russo), le voci di chi ha vissuto quell'epoca (partigiani e contadini), la rabbia di chi, tornato devastato dal fronte russo, si sente chiedere dal padre: "e le medaglie? quante sono adesso?"