Don Camillo

Inizia la saga di Mondo Piccolo, epopea della Bassa del dopoguerra, un periodo in cui i rancori sono ancora accesi e la divisione tra sacro e profano, e ancor più tra bigotti e comunisti, sembra essere insuperabile. A capo delle due rispettive fazioni sono il parroco, Don Camillo, ed il sindaco, Peppone: tra i due sembra esserci una rivalità insanabile, eppure sono sempre pronti ad aiutarsi e soccorrersi quando la situazione lo richiede. Una buona, intelligente e ironica, metafora della società italiana dell’epoca, propensa verso il futuro, ma saldamente ancorata alle sue traduzioni.

Romanzo ormai pressoché leggendario, che narra i luoghi e i modi di un’Italia che non c’è più. Opera prima del giornalista Giovannino Guareschi dedicata al prete più famoso d’Italia, Don Camillo, sacerdote della bassa Padana alle prese con il suo gregge, in costante bilico tra la tradizione cristiana ed il nuovo miraggio rappresentato dal partito comunista. E così, il lettore in queste pagine farà la conoscenza dei personaggi che lo accompagneranno lungo tutta la saga, a partire dal sindaco Peppone, l’eterno rivale, anche se a tatti complice, del nostro Don Camillo.

Non sono un amante delle raccolte di racconti, ma questa (come le successive di Guareschi con protagonisti Don Camillo e Peppone) fa senz'altro eccezione. A distanza di cinquant'anni resta un libro immensamente divertente, ma anche significativo e, a modo suo, tenero: perché tale è il rapporto tra i due protagonisti-"antagonisti" (virgolette d'obbligo), che al di là dei comici contrasti condividono gli stessi valori e la stessa fede.