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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2011
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Un classico da riscoprire, scritto all'inizio del diciassettesimo secolo e dopo 400 anni ancora appassionante e ricco di suggestioni. I personaggi, divenuti archetipi del romanzo picaresco, sono indimenticabili e ricchi di sfaccettature, antieroi profondamente umani, tratteggiati con un'ironia sottile e a tratti malinconica di una modernità assoluta. Questo romanzo on the road ante litteram contiene spunti di riflessione che rimandano per analogia alla contemporaneità. Pensiamo a don Chisciotte ritenuto all'inizio del romanzo un pazzo mitomane da tutti quelli che lo incontrano e che, una volta diffusa la notizia delle sue imprese, si trasforma agli occhi di tutti in una celebrità da blandire e utilizzare per il proprio diletto. Non vi ricorda l'ascesa di tante star da reality show, che diventano improvvisamente popolari per le proprie stranezze e per i propri comportamenti eccessivi?
La storia è molto scorrevole di per se' ma la traduzione è del 1927 e io l'ho trovata molto complessa.
Il titolo della mia recensione è una citazione di Dostoevskij, il mio scrittore preferito. E come dargli torto? è un libro di quelli che vanno assolutamente letti una volta nella vita. Primo, perché è considerato il primo romanzo moderno per la sua struttura narrativa. Secondo, perché vi troverete catapultati in una serie di avventure tra il serio e il faceto, tra il comico e il tragico, tra follia e realtà. Terzo, perché è uno di quei libri che rimane dentro e che vi porterete dietro tutta la vita. Il protagonista del romanzo altro non è che un morboso appassionato di romanzi cavallereschi che nella sua follia si autoconvince di essere egli stesso un cavaliere errante e decide perciò di mettersi in viaggio insieme al fido scudiero Sancho Panza per difendere i più deboli e combattere le ingiustizie, e per conquistare il cuore della sua amata Dulcinea. Ci riuscirà? Leggetelo. Ne vale la pena.
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