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Anno edizione: 2018
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Durante è il titolo del libro, ma anche il nome del protagonista. Durante irrompe un giorno d'estate nella tranquillità di un gruppo di case arrampicate sulle colline marchigiane, abitato tra l'altro da Pietro e Astrid: nullatenente, trasandato, magro come un chiodo, ha la particolarità di essere molto bravo a cavalcare e di avere l'assoluta incapacità di afrrontare la realtà esterna con schemi appropriati. Eppure, queste sue doti di persona ingenua e disarmante lo rendono estremamente affascinante per il gentil sesso, alle cui attenzioni certo non si sottrae: anche Astrid rimane vittima del suo fascino, tanto da mettere in discussione il suo rapporto con Pietro, basato su una vita piana, semplice e scandita da una serie di scadenze più o meno fisse o comunque attese e prevedibili. Pietro, in un primo momento, mal sopporta Durante e le sue intrusioni, fisiche o semplicemente caratteriali, nella sua vita, ma progressivamente resterà sensibile al suo fascino di affabulatore dell'inconsueto e dell'irreale. Devo dire che questo libro già non brilla per l'impostazione di fondo: il solito schema, che De Carlo ha abbondantemente reiterato nei suoi lavori recenti e meno recenti, dei "cittadini" che sfuggono alla metropoli e si rifugiano in una dimensione ai limiti del primitivo e dell'isolamento sociale e del "personaggio" fuori dagli schemi che irrompe a sconvolgere un quadro di vita ben delineato. E pare strano che questo ripiegarsi sulle predenti ispirazioni avvenga dopo "Il mare delle verità", romanzo che davvero si era distaccato con forza dai clichè del passato: tuttavia, una lettura attenta e critica, che prescinde dall'"affetto" maturato negli anni nei confronti dell'Autore, non può prescindere da questa prima considerazione di carattere, a mio parere, negativo. Tuttavia, quello che più lascia delusi nella lettura di questo romanzo, è il finale, aperto e privo di un'apparente spiegazione, ai limiti dell'ingiustificabile. E questo finale, proteso verso gli sviluppi che la fantasia del lettore riterrà opportuno dargli, appre tanto più stonato, dopo che nel corso della lettura, i personaggi (in particolare, quello di Durante e quello di Pietro, si sono arricchiti di mille sfumature che quasi ce li fanno immaginare lì di fronte a noi a guardarci....come mai De Carlo ha deciso di far perdere tutto questo affastellamento di realismo in un finale irreale, impreciso e quasi scritto per mettere la parola fine al romanzo. Sono certa che ora state pensando: ma c'è qualcosa di buono in questo libro? E qui non posso che confermarvi che di buono c'è lo stile descrittivo, quasi fotografico, leggero, inappuntabile e cesellato che Andrea De Carlo ha saputo costruire in questi anni: stile che non si può non apprezzare e che rende capaci di digerire che le storie meno riuscite o quanto meno imperfette come questa. Detto questo, riserverei la lettura di "Durante" ai soli estimatori di De Carlo, augurandomi che in futuro il mio Autore per eccellenza possa ritrovare la sua giusta ispirazione.
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