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Anno edizione: 2017
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Da assaporare lentamente come un quadratino di cioccolata. Il senso del tempo che passa è più forte che in altre raccolte di poesie di Borges. L'abbozzo dell'autobiografia è stremenzito: credere in fondo, forse, vuol dire scrivere di ciò che si è capaci. Ed i momenti sono fatti con una sequenza sillabica che solo le parole possono immaginare. Niente si sa, tutto si immagina (dice una vicina che alberga nei luoghi di questa poesia) ed è qui che nasce il nascondimento della poesia. Ogni lettore è la sua storia, le sue parole, sogni, idee e bellezza, palpebre che che si schiudono dove c'è rappresentato intero il volto del lettore. Borges ha questa capacità, identifica, aiuta a scieglire senza dirci come, forse perché ha avuto il coraggio di scrivere in ciò che credeva, profondamente. ha creato l'artificio, la giocoleria dei generi in acrobazie letterarie di altissimo livello spiegandoci il meccanismo assurdo della vita. La sua poesia risolve la sua vita ed invita la nostra ad un incontro sul ring di quello che vogliamo. La sua produzione letteraria, trascende la vita e la morte per incidere una verità con eleganza di pensiero.
Il poeta rivaleggia in grandezza col narratore. ‘Giovanni I,14’ in apertura cattura subito l’attenzione, unisce la tensione metafisica ai sentimenti e alle sensazioni dell’esperienza umana. Borges si dichiara agnostico, ma questo non gli impedisce, qui e altrove, di attingere alla Bibbia, considerata uno dei cardini della cultura e della letteratura occidentali, al pari dei filosofi e dei creatori di miti della Grecia. Temi e simboli usuali (ricordati nel prologo con un misto di umiltà e ironia) si uniscono alle immagini e ai ricordi di Buenos Aires, alle suggestioni generate dai soggiorni in New England e in Israele. Nell’ombra della cecità e della vecchiaia, il pensiero si volge all’interno, ricapitola ciò che è stato, si interroga sulIo scorrere dell’esistenza e sulla sua meta. Più del mio commento, valgono le parole di Borges nella sua laica preghiera: ‘Ignoriamo i disegni dell’universo, ma sappiamo che ragionare con lucidità e operare con giustizia è aiutare quei disegni, che non ci saranno rivelati’.
Nel Prologo, Borges afferma con umiltà e sottile ironia di non possedere un’estetica – da lui ritenuta ininfluente nell’illuminare il mistero insondabile della poesia –, e di anteporre ad essa l’etica, che con la vecchiaia costituisce il nuovo tema di questo libro, insieme ad altri ben noti a ogni “rassegnato lettore” della sua opera. Ritroviamo qui tutti gli argomenti che definiscono la biblioteca ideale della produzione letteraria borgesiana, il suo inesauribile enciclopedismo, la curiosità per ogni branca del sapere: teologia, scienza, storia, linguistica, arte, geografia, mito: «Altri si vantino delle pagine che han scritto, / io vado fiero di quello che ho letto». Rimangono vistose tracce nelle poesie di un vagare nel tempo e nello spazio capace di oltrepassare la contingenza, recuperando idealmente un passato culturale che dalle Sacre Scritture alle saghe nordiche, attraverso le voci dei più ispirati interpreti del sentire universale ha reso vitale la cultura dell’umanità. In particolare, l’autore confessa la sua assoluta ammirazione per la letteratura e la storia ebraica, considerata fucina spirituale di tutto il sapere dell’Occidente. Importanti sono quindi i richiami alla Bibbia e al Vangelo, per lui agnostico fonte comunque irrinunciabile di sapienza millenaria e di fede in un sovrannaturale inconoscibile e magico. Perciò il laico Borges non ricusa di ricorrere alla preghiera, purché non sia richiesta di favori o miracoli, ma ringraziamento e lode; non si sottrae all’ elencazione di beatitudini e di comandamenti circoscritti a una morale del tutto umana, accessibile a chiunque. E sa accostarsi all’ombra della morte elogiandola, da non credente, quasi con spirito religioso. Il Borges più filosofo che poeta non lascia trapelare nei suoi versi slanci emotivi o levità musicali, muovendoli invece in una teatralità narrativa, scavandoli nel pensiero e nell’ansia di conoscenza, in un orizzonte teorico nutrito di memoria e di curiosità intellettuale.
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