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Elogio della vanità. Ovvero vediamo un po' come siamo combinati malamente
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Descrizione


«Sulle orme di Swift, e in anticipo su Christopher Lasch, un dissacrante pamphlet sul narcisismo id un'epoca dove l'unico imperativo è: "Apparire"» - Stenio Solinas

Scritto nella primavera del '65 per quella che avrebbe dovuto essere la Strenna della Rizzoli. Berto pochi mesi prima aveva pubblicato "Il male oscuro" romanzo di cui stava - vanitosamente - assaporando le fortune mediatiche. Un pamphlet di un autore eretico, sul peggiore dei peccati umani, prima «censurato», poi casualmente perduto, rimasto di fatto inedito per quasi cinquant'anni. Attraverso lo specchio deformante della vanità Giuseppe Berto immortala l'inutile agitarsi di una società, la nostra, orfana di qualsiasi criterio di discernimento e del furore della rivolta. Al liquefarsi di tutto, non rimane che combattere giorno per giorno per preservare dal maligno la propria coscienza. Il resto non è vanità, ma semplicemente «vano».

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Dettagli

2021
11 novembre 2021
80 p., Brossura
9788896986417

Conosci l'autore

Giuseppe Berto

1914, Mogliano Veneto

«Sono abbastanza sicuro di me stesso mentre scrivo e so di essere moderno».(Mogliano Veneto, Treviso, 1914 - Roma 1978) scrittore italiano. Ha pubblicato libri di narrativa, in parte ascrivibili al neorealismo (Il cielo è rosso, 1947; Le opere di Dio, 1948; Il brigante, 1951), in parte volti a una inquieta indagine psicologica (Il male oscuro, 1964, premi Viareggio e Campiello; La cosa buffa, 1966). È anche autore di un diario della guerra d’Africa (Guerra in camicia nera, 1955) e di un pamphlet provocatoriamente «conservatore» (Modesta proposta per prevenire, 1971). 

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