L' era del porco - Gianluca Morozzi - copertina
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Letteratura: Italia
L' era del porco
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Descrizione


«Un libro generazionale ricco di umorismo e di battute, con un'attenzione quasi sociologica a quel mondo di "forever young"... la tipica atmosfera della contemporaneità giovanile notturna.» - Edmondo Berselli, la Repubblica

Tra passioni calcistiche e letterarie, immerso nella vita bohémienne di una Bologna seducente, che regala forti emozioni musicali e frequenti trasgressioni alcoliche, un giovane scrittore appena abbandonato dalla ragazza (che gli ha preferito un ultrà neonazista) riesce a far pubblicare il suo libro da un piccolo editore locale. Sembra un primo importante successo, ma è in realtà l'inizio di una serie di avventure al limite del surreale, con il protagonista costretto a promuovere da solo il romanzo, girando con una vecchia Panda nelle librerie di provincia e facendo fronte a ogni tipo di scherzo del suo destino bizzarro. Un romanzo dalla scrittura rapida e efficace, il ritratto di una Bologna giovane, piena di vita e di passioni.

Dettagli

15 marzo 2018
294 p., Brossura
9788850249374

Valutazioni e recensioni

  • Bologna. Il protagonista è uno scrittore. Riesce a farsi pubblicare con una piccola casa editrice. Entra in contatto con persone decisamente strambe e viene a trovarsi in situazioni paradossali. Il punto di forza è sicuramente la capacità di raccontare questi straordinari "sfigati", pieni di difetti e naturali, con un senso dell'umorismo solare, accogliente, che porta a ridere con loro, a fare il tifo per loro. Esagerato, strabordante, incontenibile. Un romanzo così ti prende dalla prima pagina e ti molla solo alla fine.

  • FRANCO CECI

    Dopo un inizio "tranquillo", man mano che andavo avanti con la lettura di questo romanzo ho cominciato sempre più ad appassionarmi alle vicende esilaranti e tragicomiche di questo scrittore esordiente alle prese con difficoltà sentimentali e lavorative (cioè, in definitiva, alle prese con la vita...). Alla fine, insomma, viene spontaneo "compatire" (non in senso negativo ma solo nel senso di... condividere, di sperare con lui in un esito positivo delle sue peripezie sentimentali) il nostro Lajos. Quello che è certo è che "L’era del porco" è un romanzo davvero esilarante ed in varie parti, infatti, ho riso di gusto; a parte questo, però, non si tratta solo di mera comicità giacchè, oltre alle risate, non mancano le riflessioni e... le passioni: ci sono quelle sentimentali, quelle verso la musica, il calcio... e poi c'è, su tutto, la sincera amicizia che lega i componenti della band ed in particolare Lajos e l'Orrido. Si finisce, insomma, per affezionarsi al protagonista ed a tutti i "Sickboys" e viene quasi voglia di conoscerli davvero, di andare ad un loro concerto, di sapere che fine hanno fatto... Il romanzo può apparire, per certi versi, sconclusionato e puramente grottesco (data l'assurdità, a tratti, della storia e dei suoi protagonisti, folli a partire dai loro nomi come l'editore Ubermansch Belasco); il tutto, però, a ben vedere, è davvero originale ed a suo modo memorabile, a partire proprio dal caleidoscopio di favolosi personaggi e dai tanti spunti comici. Ho apprezzato tutto di questo romanzo, insomma: dalle piccole cose agli aspetti più rilevanti, dalle descrizioni dei viaggi ai concerti sgarruppati, dalle citazioni ed i rimandi continui a film e musica sino al rapporto con i propri luoghi di origine, e soprattutto dall'Amore del protagonista verso Elettra all'amicizia verso i componenti della sua band... il tutto miscelato in una narrazione divertita e divertente oltre che piacevolmente auto-ironica. E' un libro gradevolissimo e scorrevole anche grazie allo stile di Gianluca Morozzi, fresco ed intrigante, ed alle tantissime citazioni (musicali, fumettistiche, calcistiche); ma anche grazie alla capacità dell'Autore di rendere davvero partecipe il lettore degli stati d'animo descritti, conducedolo per mano, tra risate di gusto e risate amare, lungo il percorso accidentato delle vicende del Protagonista. Su tutto, però, tra le tante risate, può anche notarsi una sorta di amarezza di fondo che conduce alla riflessione, quell’amarezza che porta il lettore a domandarsi se, in fin dei conti, le vicende narrate siano veramente poi tanto surreali o se semplicemente non siano surreali i tempi che stiamo vivendo... e se, in fondo in fondo, quelle storie non siano (in qualche modo ed in qualche misura) anche un po’ parte di noi. Per chi volesse qualche ulteriore riferimento circa lo stile ed il "genere" (in senso ampio) di questo divertente romanzo, potrei senz'altro rilevare qualche similitudine con quello di Stefano Benni ma a ben vedere penso che in questo romanzo possa rinvenirsi anche qualcosa di Enrico Brizzi e del suo "Jack Frusciante", di Nick Hornby e dell'Irwin Welsh di "Colla". Non posso, quindi, che consigliarlo davvero questo libro... non sarà forse un capolavoro ma sicuramente regala un mare di risate e conduce il lettore in un autentico ciclone di emozioni, di paradossi, di situazioni surreali: è un libro che, da un lato, tira inevitabilmente su di morale (grazie alla sua irresistibile comicità in alcuni tratti) ma, dall'altro, "lascia" sicuramente qualcosa: dopo essermi divertito, infatti, mi sono accorto che... sotto sotto non si tratta semplicemente di un libro molto divertente: se si scava, si possono infatti cogliere anche altri aspetti, interessanti, da approfondire e su cui riflettere e rimuginare...

  • è un romanzo assolutamente imperdibile, si ride dall'inizio alla fine. Voglio avere un amico come l'Orrido!!!!

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