La famiglia Moskat - Isaac Bashevis Singer - copertina
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La famiglia Moskat
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Descrizione


La famiglia del vecchio patriarca Meshulam Moskat attraversa gli anni che dall'inizio del Novecento scendono fino alla seconda guerra mondiale e alla "soluzione finale" messa in atto dal regime nazista. Ma il vero protagonista di questo possente romanzo è l'Ostjudentum, la società ebraico-orientale - in particolare quella di Varsavia - con la sua complessa e densa cultura. Nel racconto di Singer la ricchezza immensa di quella civiltà rivive, con minuzia realistica e visionaria, col respiro delle vicende private e il soffio della storia. Magistrale affresco di un periodo cruciale della storia europea, "La famiglia Moskat" è una delle più alte testimonianze di quel mondo che scomparve tra gli orrori dell'Olocausto. Introduzione di Giorgio Montefoschi.

Dettagli

2010
4 novembre 2010
666 p., Rilegato
9788830424463

Valutazioni e recensioni

  • Raramente capita l’occasione d’imbattersi in un libro come “La  famiglia Moskat”. La scrittura è magistrale, velocissima, difficilmente ci sono periodi superiori alle tre righe. Fin dall’inizio, aiutati dagli utilissimi alberi geologici, la storia vi prenderà senza lasciarvi. Il filo rosso che superficialmente lega la narrazione è il giovane Asa Hesel, incapace di quadrare i conti con se stesso e col suo Dio, “quello che nel suo laboratorio crea e distrugge facilmente”. Ma si tratta invece di una grande storia corale sulla vita degli ebrei in Polonia (Varsavia) all’inizio del XX secolo sino all’irrompere sulla scena della belva nazista che fa esplodere l’antisemitismo pur vivissimo nel paese. Forse il personaggio cardine è il rabbino come figura di riferimento del cosmo ebraico. A lui, come modello guardano tutti i personaggi. Sia gli osservanti che gli indifferenti. Figura impressionante nella sua missione di studio dei sacri testi che, per contro, gli impedisce di capire l’evoluzione quotidiana del suo popolo. Popolo che pare, nell’attesa del Messia, destinato dalla sua tragica storia a ripetere il ruolo del capro espiatorio. Gli intrecci delle vite, degli amori e dei divorzi (quanti!) sono avvincenti e sono un testo sui costumi degli ebrei. In conclusione, penso che il termine capolavoro sia azzeccato. Giustamente riconosciuto a Singer col Nobel nel 1978.

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