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Gesù. L'invenzione del Dio cristiano - Paolo Flores D'Arcais - copertina
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Gesù. L'invenzione del Dio cristiano - Paolo Flores D'Arcais - copertina
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Descrizione


Il libro di Benedetto XVI dedicato alla figura di Gesù di Nazareth ha dato vita a un acceso dibattito tra storici, teologi, saggisti. Paolo Flores d'Arcais capovolge radicalmente le tesi di Joseph Ratzinger, dimostrandone l'inconsistenza con questo pamphlet guidato dalla lettura delle fonti storiche. La tesi dell'autore, che del resto coincide con il "mainstream" di due secoli di studi storici sull'argomento, è lineare: Gesù non era cristiano, era un ebreo osservante, che mai avrebbe immaginato di dar vita a una nuova religione e meno che mai di fondare una "Chiesa". Mai si è proclamato Messia, e se qualcuno degli apostoli ha ipotizzato che fosse "Cristo", ha sempre rifiutato questa investitura. Gesù e Cristo sono dunque due figure incompatibili. Storicamente reale il primo, profeta apocalittico ebreo di Galilea, frutto di tre secoli di "invenzione" teologica il secondo, culminati nel Concilio di Nicea.
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Dettagli

2011
28 giugno 2011
127 p., Brossura
9788896873335

Valutazioni e recensioni

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Gabriele Martufi
Recensioni: 5/5

Questo libro affronta la storicità di Gesù partendo dal Nuovo Testamento, dai Vangeli Apocrifi, e da altri importanti testi canonici, alla luce della più aggiornata ricerca storiografica. Il testo mette in luce tutte le contraddizioni e le incoerenze della dogmatica cattolica/cristiana, dimostrando che, pur ammettendo un certo grado di attendibilità delle fonti canoniche cristiane suddette, il profeta ebraico Yeshua bar Joseph non ha nulla a che fare con Gesù Cristo (dogmatizzato, cioè inventato, dai Concili di Nicea e Calcedonia). Questa è certamente una chiave di lettura, ma non è l'unica possibile: che cosa sappiamo con "certezza" di Gesù? Dal punto di vista strettamente storico quasi nulla, al punto che neanche la sua esistenza è al di sopra di ogni dubbio. Il silenzio della storiografia contemporanea non cristiana è a dir poco imbarazzante, per non dire "sospetta". Giusto di Tiberiade, contemporaneo di Gesù, non ne fa menzione, così come Filone di Alessandria e così tanti altri. Se poi si considerano le forti affinità-analogie tra il Cristianesimo, il Mitraismo, lo Zoroastrismo, il Culto del Sole, ecc, allora la figura storica di Gesù vacilla paurosamente, così come le origini stesse del Cristianesimo. Per esempio, una leggenda narra che Mitra venne al mondo per salvare il genere umano incarnandosi nel ventre di una vergine e che avrebbe abbandonato la terra per tornare in cielo all'età di 33 anni. Ma che strane coincidenze. Ora sentiamo Thomas Paine: la religione cristiana è la parodia del Culto del Sole, hanno messo un uomo chiamato Cristo al posto del Sole e adorano quella figura come originariamente si adorava il Sole. Nonostante tutto è certamente possibile che Gesù sia veramente esistito, oramai questo viene (quasi) universalmente accettato, purché si riconosca che non è mai stato dimostrato in modo inoppugnabile, quindi a mio parere il problema della storicità di Gesù è aperto, dopotutto... le verità che tolgono la speranza è meglio tacerle (Gervaso).

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roberto
Recensioni: 4/5

Premesso che non mi è chiaro il perché esercitare un diritto di critica debba esser considerato come un "attacco", il libro in oggetto evidenzia come talune incongruenze non consentano più facili riposi in materia di cristianesimo. Ad esempio sarà risultato evidente a qualunque lettore del Nuovo Testamento quanto la tematica della imminente fine del mondo e la relativa instaurazione del regno di Dio partendo da Israele fosse una certezza non solo per i primi cristiani ma soprattutto per Gesù stesso, tanto da far dire al teologo Mancuso che qui Gesù si sbagliò. Strati di questa tensione emergono in continuazione in tutto il NT tanto da non impedire il sospetto che i successivi ripiegamenti univeralistici fossero un riaggiustamento delle speranze deluse. Un libro che merita attenzione se non altro per bilanciare quel profluvio di pubblicazioni apologetiche molte delle quali, specialmente quelle di Meluzzi, Messori e Socci, fanno arrossire per l'imbarazzo a causa di una smodata e puerile tendenza a far del cristianesimo un ambito totalmente immune da lati oscuri, contraddizioni incomponibili, aspetti favolistici, morali sanguinarie ed incredibilità francamente improponibili.

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S.71
Recensioni: 3/5

L'Autore descrive questo testo come "un lavoro di divulgazione di tesi storiografiche largamente consolidate fra gli studiosi"; condensare quest'ambizioso (e forse un po' velleitario) intento in un "libriccino", però, non può che lasciare semplicemente degli spunti e delle impressioni molto parziali. In questo modo comunque l'intento è raggiunto: sollecitare e solleticare il lettore "normale" accostandolo al mondo, di per sé non vicino al grande pubblico, della ricerca storiografica sulle origini del Cristianesimo. Il testo che ne risulta non è e non può essere esauriente (né del tutto convincente) rispetto alla dimostrazione delle tesi sostenute, tuttavia ha il pregio di far conoscere l'esistenza - quantomeno fra gli studiosi - di una fervente attività di analisi e di confronto, tratteggiando un quadro molto più complesso ed incerto rispetto a quanto nel corso dei secoli è entrato a far parte e si è consolidato nella cultura popolare. Questo dal neutro punto di vista formale. Ad un diverso livello di interpretazione, il libretto è chiaramente anche un ennesimo attacco alla Chiesa cattolica ed alle certezze dei credenti, stavolta attuato utilizzando lo strumento della ricerca storiografica e puntando alle radici stesse del Cristianesimo. In quest'ottica, tuttavia, risulta scarsamente efficace perché argomentato in modo insufficiente, talvolta confuso e , appunto, un po' velleitario.

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Paolo Flores D'Arcais

1944, Cervignano del Friuli

Filosofo e direttore di MicroMega. Impegnato in politica ma da lungo tempo fuori dei partiti, è stato fra i protagonisti del Sessantotto e fra gli animatori dei "girotondi" e di numerose altre iniziative di movimento, fra cui quella che si è opposta al disegno di legge del governo Berlusconi sul testamento biologico. Tra i suoi ultimi libri, Il sovrano e il dissidente ovvero la democrazia presa sul serio (2004), Il ventennio populista (2006), Hannah Arendt (2006), Atei o credenti? (2007, con Michel Onfray e Gianni Vattimo).

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