The Getaway

Proprio così, a differenza di quanto pensassi dopo i primi ascolti: perchè The Getaway è un album che necessita di tempo per essere capito, per farti presa, per entrarci in sintonia. The Getaway non è quello che ti aspetti dai Red Hot e questo a primo impatto può deludere, ma alla lunga può essere anche il suo punto di forza, perchè per andare avanti non si può essere sempre gli stessi, bisogna cambiare. Questo è The Getaway: cambiamento, rinnovamento. Riuscito in pieno, a mio avviso. The Getaway è 13 tracce in cui Kiedis esprime il suo stato d'animo e canta d'amore, di vecchi ricordi e del tempo che passa. Personalmente avrei gradito qualche traccia più spensierata e allegra, ma anche la malinconia ha il suo fascino. Qualcosa in più hanno i brani "Dark Necessities", "The Longest Wave", "Goodbye Angels" (la vera perla dell'album), "This Ticonderoga" e "Dreams of a Samurai".

A 5 anni da I'm With You, i peperoncini cambiano produttore. Al posto di Rick Rubin troviamo Danger Mouse (che ha contribuito fisicamente alla scrittura di alcuni pezzi). Il sound appare rinnovato rispetto al precedente lavoro con Klinghoffer che sembrava una parodia dei loro album precedenti. Non si è ai livelli degli anni 90-2000 ma qualcosa di buono è stato fatto, pezzi come Dark Necessities e Goodbye Angels difficilmente usciranno dalla scaletta dei live.

The getaway è il secondo album con Josh klinghoffer alla chitarra, il ragazzo finalmente ha acquistato sicurezza e importanza nella band. Con questo album i Red Hot hanno deciso di troncare con il passato cambiando produttore e cambiando genere, ora suonano canzoni molto più malinconiche. I vecchi fan all'inizio rimarranno unun po' delusi dal disco, ma dopo un paio di ascolti lo inizierete ad adorare. Le canzoni più belle sono dark necessities, the longest wave, goodbye angels, go robot, encore, the Hunter, the dream of samurai e this is ticonderoga