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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2013
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Veramente ottimo. Ognuno percepisce la realtà in modo diverso, in maniera soggettiva. Tutte le persone sono vittime di preconcetti, bias mentali e altro, i quali influiscono sulla visione della vita. Il libro di Taleb ci aiuta a capire alcuni dei nostri errori per vedere la realtà per quello che è. Una volta completato, e studiato, si vedrà tutto in modo diverso, io stesso, a volte mi sento un alieno in una comunità che ha i prosciutti sugli occhi. Altre letture consigliate: - altri libri di Taleb (a parte il Letto di Procuste) - Pensieri Lenti e Veloci - Mentire con le Statistiche
Nel corso degli anni ci sono pochi libri destinati a cambiare il vostro punto di vista: "Giocati dal caso" potrebbe essere uno di questi, e sicuramente lo è stato nel mio caso.Potrete leggere diverse critiche, più o meno sensate, all'approccio divulgativo di Taleb, ma credo si possa concordare sul fatto che è espressione di una visione originale (vorrei dire "anticonformista", se non fosse un termine oramai vuoto) dei fatti della vita. Il mondo della finanza, da cui prende spunto quasi sempre per la vastissima conoscenza personale, è solamente un mezzo (piuttosto efficace) per modellare la tesi secondo cui il Caso domina le nostre vite molto più di quanto siamo disposti, e soprattutto attrezzati, a riconoscere. La conclusione di Taleb non è però in alcun modo pessimista o fatalista; è invece un invito, solidamente argomentato, a riconoscere il modo in cui una cattiva comprensione delle probabilità (il Caso) ci porta a considerare vincenti modelli o singole individualità che hanno "probabilisticamente" beneficiato di alcuni eventi, perdendo di vista la "somma delle storie" (che non si sono verificate, ma avrebbero potuto) nelle quali li avremmo giudicati perdenti; e quindi, in ultima analisi, a stabilire una "condotta di vita" che non ignori la forza del Caso ma che, per quanto umanamente possibile, la cavalchi.
Consigliato da un amico come bellissimo, l'ho letto e trovato così così. Il problema fondamentale è la prolissità: l'autore crede di essere un letterato della più pura acqua della classicità, e invece impiega cento parole per dire ciò per cui ne basterebbero dieci. Il risultato è che il tema del libro ci starebbe tutto, volendo, in un articolo o in un saggio di rivista, una volta sfrondate le continue ripetizioni degli stessi concetti, e le autoincensazioni dell'autore. La tesi centrale è peraltro interessante: noi tutti abbiamo una cattiva comprensione di come funzionino le probabilità (l'autore è un matematico, per un certo periodo prestato al mondo della finanza a Wall Street, oggi insegnante). Una serie fortunata capita spesso, il punto è che l'evento improbabile può fare perdere più di tutto quanto gli eventi probabili ci avessero dato, ed è quindi all'evento improbabile che dobbiamo guardare, non al caso di una serie "fortunata". Per esempio: se in Borsa guadagno dieci all'anno per dieci anni di fila, non sono ancora un bravo broker, se non riesco ad evitare di perdere duecento una volta ogni dieci anni per un evento improbabile. Prima di dare un giudizio su una serie di eventi, insomma, occorre vedere la sequenza completa degli eventi: se il risultato di una carriera decennale in Borsa ha come conclusione la bancarotta totale l'undicesimo anno, come è spesso avvenuto nel mondo dei broker, giudicare i risultati del quinto, o settimo, o nono anno ancora non ci dice nulla di quanto sia sensato affidare i nostri risparmi a quel particolare broker. Il caso ha modi tutti suoi di "giocarci", convincendoci di essere acuti e brillanti, quando invece stiamo semplicemente godendo delle conseguenza di una sequenza di "teste" in un lancio casuale di una moneta. Questo evento non solo è possibile, ma è necessario: dato un numero di lanci sufficiente, a qualcuno DEVE capitare una fila di dieci teste di fila /se mille persone lanciano una moneta, in media 500 avranno testa al primo lancio, 250 al primo e secondo lancio, 125 al primo, secondo e terzo lancio e così via: se ragioniamo a partire solo dai pochi che avranno realizzato testa in tutti e dieci i lanci, proclamandoli "geni della finanza", avremo frainteso il modo in cui funziona il caso). Questo non implica però che quella persona sia brava: al massimo fortunata. Per "battere" il caso occorrono risultati in media significativamente superiori a quelli del semplice risultato casuale che si ha lanciando una moneta. Altrimenti è il caso a battere noi. Da qui il sottotitolo. L'autore è bravo a popolarizzare con parole ed esempi semplici-semplici alcuni concetti matematici della teoria delle probabilità, ma leggendo altre recensioni mi sono fatto l'idea per cui il vero testo fondamentale di questo scrittore sia "Il cigno nero", mentre questo è una specie di bigino per il grande pubblico. Si lascia leggere, ma non mi ha certo cambiato la prospettiva sulla vita, e mi ha anche annoiato un po'.
Recensioni
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