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Anno edizione: 2010
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Ho comperato questo libro con pochissime aspettative, convinta che sarebbe stata una lettura deludente. Invece lo stile è creativo e ricco di colpi di scena. La trama è sorprendete. La protagonista una Cenerentola inglese, è una giovane donna che lavora duramente con la mente piena di sogni d'avverare. Non poteva immaginare che i suoi sogni si sarebbero avverati solo grazie ad un susseguirsi di terribili avvenimenti. Molto molto bello.
I giorni del tè e delle rose è un romanzo incantevole e duro allo stesso tempo. Ci parla dell’amore ma anche del dolore, della povertà e del bisogno di ritrovare se stessi, ovunque, in fondo alla via di casa o dall’altra parte del mondo. E’ la storia magistralmente narrata di due giovani, Fiona e Joe che sulle rive del Tamigi sognano una vita insieme contando i pochi risparmi con cui un giorno potranno comprare un negozio tutto loro. Ma i sogni nel Quartiere povero di Whitechapel sono difficili da coltivare, ti vengono strappati con violenza e crudeltà quando meno te l’aspetti lasciandoti solo un incolmabile senso di vuoto e di paura. Ambientato alla fine dell’ottocento tra Londra e New York, il libro ci travolge come il treno della rivoluzione industriale e sociale che permea le sue pagine e ci appassiona con sentimenti vivi e travolgenti che emergono in modo semplice e schietto dalle parole e dalle azioni dei suoi personaggi che non risultano mai artefatti, banali o eccessivi. Non mancano intrighi e colpi di scena. Uno degli aspetti più avvincenti del romanzo è rappresentato dai continui riferimenti a fatti, situazioni e personaggi storici dell’epoca, inseriti così opportunamente da rendere realistica la storia consentendo di affrontare (così come avviene in altri romanzi della Donnelly) molti temi tra cui il conflitto tra le classi, le difficoltà sociali ed economiche dei ceti più poveri, le lotte portate avanti dalle associazioni sindacali, il ruolo della donna, la diversa situazione dell’imprenditoria in America ed in Inghilterra, il ruolo dei giornalisti e della stampa, il panorama artistico e culturale nonché la discriminazione nei confronti dei gay.
I giorni del tè e delle rose è un romanzo incantevole e duro allo stesso tempo. Ci parla dell’amore ma anche del dolore, della povertà e del bisogno di ritrovare se stessi, ovunque, in fondo alla via di casa o dall’altra parte del mondo. E’ la storia magistralmente narrata di due giovani, Fiona e Joe che sulle rive del Tamigi sognano una vita insieme contando i pochi risparmi con cui un giorno potranno comprare un negozio tutto loro. Ma i sogni nel Quartiere povero di Whitechapel sono difficili da coltivare, ti vengono strappati con violenza e crudeltà quando meno te l’aspetti lasciandoti solo un incolmabile senso di vuoto e di paura. Ambientato alla fine dell’ottocento tra Londra e New York, il libro ci travolge come il treno della rivoluzione industriale e sociale che permea le sue pagine e ci appassiona con sentimenti vivi e travolgenti che emergono in modo semplice e schietto dalle parole e dalle azioni dei suoi personaggi che non risultano mai artefatti, banali o eccessivi. Non mancano intrighi e colpi di scena. Uno degli aspetti più avvincenti del romanzo è rappresentato dai continui riferimenti a fatti, situazioni e personaggi storici dell’epoca, inseriti così opportunamente da rendere realistica la storia consentendo di affrontare (così come avviene in altri romanzi della Donnelly) molti temi tra cui il conflitto tra le classi, le difficoltà sociali ed economiche dei ceti più poveri, le lotte portate avanti dalle associazioni sindacali, il ruolo della donna, la diversa situazione dell’imprenditoria in America ed in Inghilterra, il ruolo dei giornalisti e della stampa, il panorama artistico e culturale nonché la discriminazione nei confronti dei gay.
Recensioni
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