Poter raccontare ai propri figli di aver suonato con Miles Davis. Aver contribuito alla resurrezione artistica e al rilancio commerciale della Blue Note. Esibire un catalogo che annovera gioielli come “Still Warm”, “Time On My Hands”, “Meant To Be”, “Grace Under Pressure”, “What We Do”, “I Can See Your House From Here” ed “EnRoute”. Appartenere al corpo d’élite che salvò il mondo dagli anni Ottanta (insieme a Pat Metheny, John Abercrombie, Ralph Towner, Steve Khan, Joe Lovano, Bennie Wallace, Jerry Bergonzi). Per John Scofield non era ancora abbastanza. E dunque, appena trasferito alla Verve, dopo l’interessante Quiet, il chitarrista registra un altro disco memorabile. La scelta dell’organico si rivelò ispirata e decisiva, eppure … chi cavolo sono Medeski, Martin & Wood? Scofield aveva sentito parlare di un dinamico trio che, proponendo un pot-pourri strumentale di jazz, funk e R&B, stava spopolando nei campus universitari: l’idea di una collaborazione si concretizzò sotto l’accorta regia di Lee Townsend. Sintonizzati telepaticamente grazie alle comuni radici stilistiche, il veterano fusion e i tre giovani improvvisatori crearono una musica che faceva scintille dappertutto: impianto a valvole, cuffia hi-fi, autoradio esoterica, party fichetto. I fraseggi di Scofield e Medeski affiorano dal denso amalgama tra sezione ritmica [Martin (batteria); Wood (basso elettrico, contrabbasso)] e splendidi suoni vintage (semi-acustica Ibanez, piano Wurlitzer, organo Hammond), per poi inabissarsi ancora nel vortice gorgogliante del “groove”. Tra titoli inequivocabili come “A Go Go”, “Chank”, “Boozer”, “Southern Pacific”, “Hottentot”, “Chicken Dog”, “Jeep On 35” c’è solo l’imbarazzo della scelta. Straordinaria la dedica a Stanley Kubrick (“Kubrick”): due minuti di pura atmosfera che ai cinefili ricorderanno, secondo le rispettive sensibilità, la brama perversa di Humbert Humbert (Lolita), la rieducazione coatta di Alex DeLarge (L’arancia meccanica), la lenta agonia di HAL 9000 (2001: Odissea nello spazio), il cruento delirio di Gomer Pyle/Palla di Lardo (Full Metal Jacket).
Leggi di più
Leggi di meno