Per la musica made in U.S.A. il ventennio Sixties-Seventies non è caratterizzato solo da oscurità e decadenza con rockers come Jim Morrison, Janis Joplin, Nico (di origine tedesca) o Lou Reed né da nobile poesia con autori come Bob Dylan. A campeggiare in quegli anni c’era anche il country. Un genere, detto anche “musica del western”, che esiste sin dai primi anni del Novecento del millennio scorso, ma che ha sicuramente vissuto il suo momento d’oro proprio in quel periodo con grandi nomi come Johnny Cash, Emmylou Harris, Lynn Anderson (bionda californiana tra le più grandi dive del country, che in Italia è conosciuta soprattutto per aver preso parte ad un episodio della serie tv “Starsky & Hutch”, in cui ha duettato incantevolmente con l’attore e cantautore David Soul, ovvero Hutch), l’indimenticabile Nicolette Larson (colei che riuscì a rendere migliore il pezzo “Lotta Love” del suo fidanzato Neil Young) e la straordinaria Linda Ronstadt. A lei va il merito di avere venato il country di rock e di averlo così reso ancor più celebre in tutto il mondo. I pezzi inclusi in questo best portano la firma anche di autori con cui lei ha collaborato, ovvero Don Henley degli Eagles (“Desperado”, brano proprio degli Eagles), Neil Young (“Love is a rose”). È musica senza tempo, che tuttora riesce ad emozionare e per un istante, chiudendo gli occhi, addirittura trasporta in quell’età magnifica chi come me non era nato, chi avrebbe voluto esserci e che trova piacere nel poter indossare oggi, poiché tornati di moda, dei jeggins infilati negli stivali (tipico look country). Questa corrente musicale linda (“diafora” intenzionale…) perdura, nonostante ne facciano parte artisti che compongono canzoni obbedendo ad una naturale necessità del cuore ed ignorando quasi del tutto i riflettori, le passerelle patinate ed i gossip. Sono compositori gentili, il cui pregio è la semplicità, allora forse da molti vista un po’ male (John Denver, scomparso nel 1997, potrebbe confermare. La sua semplicità fu un po’ un suo limite). Sono musicisti direi “marziani”, che dentro di sé coltivano una libertà totale e probabilmente conoscono anche il segreto della felicità, offrendolo a tutti attraverso le loro semplici canzoni, perché si sa che i grandi artisti volano con i piedi per terra. Le canzoni dei music-makers country, in particolare Linda Ronstadt, oltre ad essere genuine e coinvolgenti sono anche solari, ideali da mettere su quando si desidera ritrovare l’energia ed il buonumore (provate a farlo con “(Love is like a) Heat Wave” o “It’s so easy”, assente in questo best, essendo una canzone posteriore, pubblicata nel ’77, ma scritta anni prima da Buddy Holly. Attualmente è reperibile solo nel Box “Pure Country Moods” e nella compilation “Listen to me”, tributo di vari artisti a Buddy Holly, ma in una versione più lenta). Sono a mio avviso tra le più preziose eredità degli Stati Uniti, opere meravigliose, ormai indicate più per adulti, ma che sarebbero adattissime per i più giovani ed auspicabile sarebbe trovarle anche nei loro scaffali, dato che ogni storia, ogni epoca deve essere un’esperienza condivisa ed i luoghi, le culture, i decenni non sono mai davvero così tanto lontani, diversi ed incompatibili.
