Un libro che mi ha aperto gli occhi sul genocidio dei balcani, rievocando dalla mia memoria storie o frammenti di episodi che avevo sentito da bambino e mai più rievocato e compreso. È stato il primo di una serie di letture personali ed approfondimenti su ciò che purtroppo successe in quegli anni a due passi da casa nostra che forse non avrei mai fatto se non mi avesse travolto l'incredibile umanità e l'inesorabile schiettezza dello scritto di Restello
La guerra in casa
Il cecchino, figura principe nell'immaginario di una guerra sporca, carnefice per eccellenza, che prova a ricominciare a vivere in Italia. L'incubo di Izmet, prelevato dalla polizia di Spalato e massacrato perché mussulmano. L'assurda fine di Moreno Locatelli, ucciso a Sarajevo sul ponte di Vrbanja, durante una manifestazione di pace da lui stesso ostacolata perché inutile. E chi ha ucciso i tre italiani che trasportavano un carico di aiuti umanitari e avevano i documenti per espatriare una quarantina di vedove con i loro bambini? Grazie al lavoro compiuto da Rastello, fondatore del Comitato accoglienza profughi ex Jugoslavia di Torino, questo libro offre una serie di materiali e informazioni "veri", spesso trascurati da televisione e giornali.
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Anno edizione:1998
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Nicolo Calloni 18 maggio 2018
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uigi ceccato (12-02-2011) Rastello inizia la pratica del "saputo dalle interviste degli altri", scrive il capitolo sull'uccisione del pacifista italiano avvalendosi del materiale video di giancarlo bocchi, e incontra i partecipanti dell'iniziativa sul ponte quando ormai il libro è in fase di stampa impegnandosi a modificare alcue parti. Il fatto raccontato nel capitolo viene cristallizzato sulla pagina pubblicata e diventa la verità. Il fatto di aver partecipato e dell'esserci stato non ha valore, il protagonista diventa il personaggio utilizzato dall'autore che lo usa a proprio capriccio e piacimento per la sua opera letteraria che spaccia come il racconto della realtà. L'autore dovrebbe riconoscere i limiti del proprio lavoro, e affilare i propri strumenti intellettuali piuttosto che la propria sadica voglia di porre un giudizio inapellabile sull'impegno e l'operare degli altri. Volendo esagerare si potrebbe parlare di onestà intellettuale, ma per non mettere in imbarazzo l'autore lascio perdere. Di quanto scritto mi assumo la responsabilità come lettore del libro e come personaggio raccontato nel libro, nel senso che io c'ero. luigi ceccato
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un libro essenziale per comprendere il rapporto fra la guerra nei balcani e noi, fra i "rifugiati", gli ospiti, e i guerriglieri. scritto in modo splendido, e umano perché non banalmente "umanitario" e livellatore. una raccolta di storie unica con un corredo storico di grande precisione. assolutamente da leggere.