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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2010
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Oggi vorrei parlarvi de “L’igiene dell’assassino” di Amélie Nothomb, pubblicato in Italia dall’editore Voland. Si tratta del primo libro dell’autrice belga. Il romanzo è basato principalmente su un dialogo e si concentra tutto sull’intervista che una giornalista riesce a fare a uno scrittore Premio Nobel al quale rimangono pochissimi mesi di vita. Lei è intraprendente e sicura di sé, preparatissima e profonda conoscitrice delle opere dell’autore, lui misogino, burbero e sgradevole. Sarà uno scambio di colpi fino all’ultimo sangue per un finale sorprendente e attesissimo per tutto l’andare del libro. Una profonda riflessione sull’essere lettori, sulla differenza tra una lettura superficiale, che diletta ma non lascia nulla, e un’esperienza invece capace di lasciare tracce in chi affronta il libro vivendolo fino in fondo. Un libro cerebrale, niente scene avventurose, romanticismi o voli di fantasia: una realtà cruda, spacciata come i suoi personaggi e il suo stile narrativo. Da non perdere.Buona lettura!
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Amélie Nothomb era da tempo nella mia lista degli autori da scoprire e, dopo avere letto Igiene dell'assassino, il suo primo romanzo, questa autrice resterà di buon diritto nella lista degli autori da apprezzare. Questo breve romanzo è originale, ironico e assurdo allo stesso tempo, un susseguirsi di dialoghi surreali e divertenti che assumono un ritmo così incalzante da trascinarti in poche ore all'ultima pagina. Talvolta ho faticato a seguire i dialoghi troppo macchinosi, in cui l'autrice dimostra le sue abilità dialettiche e logiche. Unica pecca una piccola parte della storia, forse un pò banale, ma l'idea alla base del romanzo è sicuramente geniale.
La tagliente ironia e la struttura narrativa della scrittrice Amélie Nothomb hanno immediatamente trasformato la sua opera d’esordio (1992) in un caso letterario, dividendo fra chi l’ha trovato odioso come il suo protagonista e chi geniale per la sua grammatica stilistica. Premio Nobel per la letteratura e nome astruso, Prétextat Tach è obeso e sboccato, recluso e misogino, isolato e amante di cocktail alexander. In menopausa letteraria da venti anni, ottuagenario affetto da un cancro alle cartilagini inventato di sana pianta e che risponde al nome di sindrome di Elzenveiverplatz. L’improvvisa malattia lo ucciderà in soli due mesi. Così il suo segretario, Ernest Gravelin, organizza, dal 14 al 18 gennaio, le interviste con cinque diversi giornalisti. Selezionati fra i migliori della stampa mondiale saranno, uno al giorno, ricevuti nell’appartamento dello scrittore, chi in cerca di gossip chi di scoop. Il primo atto vede il ripetersi dell’identico copione ben quattro volte: il giornalista di turno viene anzitutto spacciato dai provocatori sofismi e dalla turpe ironia di Tach. Subito dopo viene deriso dai colleghi che ne ascoltano il nastro registrato, tutti snob che non faranno una fine migliore fra perverse divagazioni e sprezzante retorica. Le descrizioni sono a zero. I dialoghi sono disincarnati in stile pièce teatrale e i personaggi scarsamente caratterizzati, fatta eccezione per il solo, volgare e arrogante Tach. Almeno fino al secondo atto, in cui l‘orco delle fiabe deve confrontarsi con una giovane agguerrita “signorina” con il lusso di un nome, Nina. A differenza di chi l’ha preceduta, Nina ha letto tutti i suoi libri, e non all’ultimo secondo per prepararsi all’intervista. Lei gioca agli stessi scacchi di Tach, ovvero ribatte mossa su mossa con pecisi ragionamenti logici. Passaggi che la Nothomb distribuisce in maniera serrata come partecipasse anche lei a una gara di stile. Mentre fuori imperversa la Guerra del Golfo, la giornalista rivolta come un calzino il racconto di Tach dal titolo Igiene dall’assassino, che non è un thriller ma un’autobiografia incompiuta all’ombra di Peter Pan, e che dà il titolo al romanzo, che non è un thriller ma un dramma dialogato. Il romanzo e il racconto nel romanzo trovano il loro paradossale punto di contatto nella scioccante rivelazione di un assassinio e nel conseguente, stupefacente colpo di scena che disperde nuovamente le fila. A ogni riga si evince come la Nothomb si sia divertita un mondo a impersonare di volta in volta le due pretestuose intelligenze linguistiche. Da una parte l’ingordo acume di Tach e dal’altra l’affilato ragionamento di Nina. Dal blog di Libri Senza Gloria
Il primo libro che ho letto di questa autrice, dopo averla vista in tv. Amore a prima vista, una lettura che è puro godimento ad ogni parola, scelta con tale cura da ricordare alcuni grandi della letteratura. Una scoperta gradita, che mi ha fatto collezionare tanti altri libri e che mi ha fatto passare ore piacevoli. Consigliato a chi divora le pagine, queste hanno un gusto molto particolare.
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