Le illusioni perdute

Illusioni perdute è un libro, un’opera d’arte tra le più riuscite in assoluto dell’800, che non si lascia recensire in poche righe. Il realismo di Balzac, il quale notoriamente voleva fare concorrenza allo stato civile, è di una tale vitalità e potenza che le pagine sembrano respirare e i protagonisti diventano persone che si sono conosciute. Parigi poi, la grande meretrice, diviene anch’essa la città in cui tutti i suoi lettori sono nati. L’equazione Balzac=vita rende conto perfettamente secondo me dell’intera opera dello scrittore, la Commedia Umana. Pur non disponendo di immagini e suoni tipici dei film, Balzac riesce meglio di una pellicola a rendere reale qualsiasi descrizione; il lettore non può che restare meravigliato di questa forma di realismo talmente ben riuscita che non sembra offrire soluzione di continuità con la vita quotidiana.

almomento non l'ho ancora letta,ma sono certo sarà interessantissimo

Ecco un affresco superbo della società francese della seconda parte dell’Ottocento sotto tutti i punti di vista : sociale, umano, letterario. Balzac con la sua precisione da contabile, e in questo caso, proprio da grande revisore di conti, di partite doppi e triple ci stende davanti agli occhi i rapidi e rovinosi passi della evoluzione dell’ editoria, la trasformazione dei poeti e scrittori in giornalisti, aedi attenti dell’effimero, sacerdoti di una società onnivora del divertimento e dell’appariscente esteriorità. Balzac non ama la stampa libera, la vede corrotta, un meccanismo in mano di chi è più forte e che può creare come distruggere fortune e reputazioni. A voler ben vedere, anche ai giorni nostri chi potrebbe non dargli ragione? In questa situazione anche la vera cultura soccombe; chi impera è il denaro, signore inflessibile cui non ci si può sottrarre. Di fronte al trionfo del denaro, della comunicazione di massa soccombono tutti gli ideali puri, soccombe l’onestà, stritolata dalla arroganza, dall’interesse che non risparmia neppure i rapporti familiari, quelli tra padre e un figlio, che dovrebbero essere sacri, scevri di ogni egoismo. Cedono soprattutto i deboli, come i due protagonisti, David e Lucien , le cui aspirazioni sono delle pure chimere. David, è il giovane disinteressato, fondamentalmente buono e generoso, alla ricerca, illusoria, di quella ’invenzione che gli cambierà la vita. Lucien invece è il bello con talento, ambizioso ma indolente, debole, vigliacco e egoista incosciente . E poi sullo sfondo e non solo, c’è tutta la vita : la provincia e la grande città, i pettegolezzi e le invidie, gli amori e i tradimenti, le grandi dimore e i tuguri, l’avarizia e l’onestà, le carrozze e i carri, i teatri e le fabbriche, i debiti e le banche, la ricchezza e la povertà. Questa è la vera Comédie humaine di Balzac!