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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2010
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Pur avendo delle pagine di altissima densità letteraria (come i colpi di pistola che Marcus e il decano Caudwell si sparano l'uno contro l'altro sotto forma di dialoghi), manca qualcosa a questo romanzo di Roth. Il giovane Marcus che sta vivendo in modi così sofferti il tentativo di passaggio dall'adolescenza all'età adulta viene dipinto magistralmente nell'insieme delle sue relazioni con i genitori, con gli altri studenti e soprattutto con l'autorità (l'oscillazione nel rapporto soggetto-autorità è una costante nell'opera di Roth). Ma, rispetto a questo insieme splendidamente raccontato, c'è un vuoto eccessivo nella fase tra l'uscita dal college e la morte in Corea. Come se non contasse nulla, e quindi non meritasse di essere narrata, l'esperienza del protagonista quando, nel suo ciclo di riti di passaggio, avrebbe dovuto vivere anche quello dell'ingresso nel mondo militare negli ultimi mesi dell'amministrazione Truman. E invece è piuttosto evidente che il romanzo avrebbe avuto bisogno di pagine e pagine dedicate anche a quella esperienza, per cui resta questa specie di vuoto diegetico poco comprensibile.
Roth ha un'abilità superlativa nello scrivere. È rude, seppur ricercato, e riesce a catapultarti letteralmente nelle situazioni. Marcus Messner è un giovane ebreo che ha solo nobili aspirazioni nella propria vita e agisce prendendo solo decisioni che reputa giuste. Non fuma, non beve, non socializza con brutta gente, studia e lavora e, per quanto i guai dovrebbero stargli alla larga, saranno proprio queste "buone scelte" che lo porteranno alla rovina. L'indignazione, sentimento che è caratteristico del protagonista, sintomo di una maturità che non c'è, accompagna l'intero romanzo/racconto ed lo stesso sentimento con il quale si conclude il libro (oltre che alla tristezza). Non il miglior Roth, ma è sicuramente un buon Roth. Consigliatissimo per chi ricerca un romanzo forte e di breve lettura.
Un pugno nello stomaco. Anche il più forte senso del dovere e della giustizia può portare alla morte, anche la scelta più insignificante può cambiare il tuo destino per sempre. L'empatia che si crea con il protagonista è indescrivibile, unica per un libro di sole 140 pagine. Roth ti porta dentro la storia, ti fa provare la stessa rabbia, lo stesso senso del dovere, la stessa "indignazione". Libro stupendo.
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