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Anno edizione: 2013
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«Il giorno seguente non morì nessuno. Il fatto, contrario alle norme della vita, causò un enorme turbamento.»
Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l'eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia dell'umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne sarà della chiesa, ora che non c'è più uno spauracchio e non serve più nessuna resurrezione? I problemi, come si vede, sono tanti e complessi. Ma la morte, con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all'impegno di rinnovamento dell'umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati (o fortunati?) destinatari, che tornano a morire come si conviene. Ma un violoncellista, dopo che la lettera a lui indirizzata è stata rinviata al mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per consegnarla di persona.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Dopo un illuminante racconto che non si e' poi allontanato chissa' quanto dalla realta'Â , ecco qui che Saramago ci delizia con un nuovo racconto in cui questa volta la morte decide di prendersi una vacanza. Niente morti, niente di niente. Bello? Siamo veramente pronti a dire alla morte di prendersi effettivamente una vacanza?
La capacità di mescolare la realtà con la fantasia è sicuramente uno dei punti forti di saramago che con la sua scrittura innovativa cattura sicuramente l’attenzione del lettore.
"Le intermittenze della morte" può essere chiaramente diviso in due parti, molto diverse tra loro, quasi fossero due romanzi distaccati per il tipo di scrittura: la prima parte è una vera e propria analisi sociologica relativa alle conseguenze che questa "pausa" della morte reca nel paese in questione, costituendo così la parte del romanzo più ironica e critica nei confronti delle varie istituzioni sociali, che di fronte ad un problema, solitamente considerato a senso unico, manifestano un profondo disagio, soprattutto la Chiesa, dimostratasi, in assenza della morte, incapace di diffondere il suo messaggio escatologico della salvezza eterna. Inoltre l'assenza della morte porta alla genesi di una nuova associazione criminale, la maphia, che si propone di portare al confine coloro che sono in fin di vita, pur di arginare, con l'appoggio del governo, qui aspramente criticato dall'autore, la grave crisi che ha colpito il paese. La seconda parte, pur mantenendo il particolare tipo di scrittura anticonvenzionale di Saramago accompagnata da interventi metanarrativi, cambia totalmente tono, che diviene più dolce, quasi fiabesco, e vede come protagonista la morte (con la "m" minuscola, chi ha letto capirà) che, ritornando a compiere il suo lavoro, si ritrova in difficoltà con una delle sue vittime, cui non riesce a spedire la famosa lettera viola che sancirà la fine della sua vita: la morte, nel tentativo di portare a termine il suo compito, resta però affascinata dal violoncellista, a tal punto da diventare donna, da divenire umana per lui, rendendosi conto solo alla fine che la vita, mediante l'arte e la musica, ha sedotto ella stessa, oramai vinta dall'amore. Una lettura che lascia certamente affascinati ma anche turbati, con numerosi spunti di riflessione, ma con un chiaro messaggio centrale, scongiurare la paura della morte con uno stile ironico, umoristico, sarcastico, ma anche poetico nella parte conclusiva del romanzo, che non a caso chiude la storia con la stessa frase iniziale, "il giorno seguente non morì nessuno", forgiando una simbolica Ring Composition: la morte, ora vinta dalla vita, diviene umana e la composizione ciclica ne è un'ulteriore conferma, perché ora anche lei cercherà la felicità, e magari avrà alti e bassi, che la porteranno ad essere come è sempre stata in questo romanzo, intermittente, ritornando sempre al punto di partenza. Non siamo timorosi della morte, non trascorriamo la vita a temere il suo arrivo, perché ella è più umana, più vicina a noi, di quanto possiamo pensare.
Recensioni
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